lunedì 2 febbraio 2009

L'Orrore di Bearburg

Lasciato dietro di sé il corridoio angusto e poco illuminato, Sydex e Thuban poste le maschere sui visi, entrano nella sala. E' una grande camera, con un palco in fondo a destra. C'è un'orchestrina che suona arie soffuse e d'ambiente, una cantante intona qualche lieve vocalizzo. E ovunque coppie, trii, quadrighe di persone con maschere al volto, ma discinte in ogni intimo luogo. Saranno una trentina di persone in tutto. E' veramente ciò che Thuban pensava, un festino di mercanti, signorotti e perbenisti, lo svago osé dell'elite di una cittadina anche troppo ipocrita. Quindi Kurt e gli altri avevano ragione. Lì non c'è distinzione di sorta, di gruppo, di sesso. Tutti con tutto, disinibiti, dietro le maschere al volto, che quelle sì nessuno si toglie. Ragazze giovani, prostitute ben pagate si avventano subito sui nuovi arrivati. Resistere è quasi impossibile, un fremito che sale, la passione, i sensi, gli istinti...
Thuban si arresta. Un brivido. Un preavvertimento, forse. Decide che deve restare lucido, quindi gentilmente declina le prosperose offerte. Sydex, dal canto suo, forse più a suo agio, si lascia invece andare. Passeranno una decina di minuti, e la musica si ferma. Sul palco compare un uomo vestito di rosso, con una maschera elaborata, fa da anfitrione, o qualcosa di simile. Ha un che di familiare, e comunque sembra che tutti gli portino rispetto. "E' il momento di iniziare con le cose più "sfizione" per cui... entrate!" ed ecco che da una porta sul retro fanciulle portano grandi pentole, piene di cioccolato, latte e miele fusi. Le giovani si buttano all'interno, e varie persone si avventano su di loro, leccandole, godendole, possedendole. Il piacere del gusto, del tatto, dell'olgatto, della vista, del sesso tutti riuniti, in un'estasi che pare irrefrenabile.
Thuban adesso è preoccupato. E' umiliante forse ammetterlo. Ma le parole della Strega si fanno più concrete, come i suoi presentimenti, e alcuni tasselli degli orrori di Bearburg trovano posto sull'arazzo della verità. Da come si comportano tutti, questi festini non sono una novità, e sicuramente era a questi che si riferivano certi discorsi lasciati in sospeso dalla chierica di Lyrian. L'anfitrione parrebbe proprio Ben Bashir, anche se la voce con cui parla è palesemente camuffata. Un "patrocinio" di Femlan, la dea infuocata della passione amorosa, e delle fiamme purificatrici, ci sta tutto. Ma l'ipocrisia con cui gli uomini "perbene" di Bearburg si sono gettati contro i girovaghi, hanno approfittato dei nuovi fondi in città e imposto un forzato quieto vivere, ligi a morali e etiche in privato così dileggiate, imposte però alle nuove generazioni, suscita in Thuban il disprezzo per queste stupide società umane. Sono dei deboli che si fingono forti. Deboli che non hanno la forza di mostrare quel che sono veramente. Gli sovvengono gli intrighi di Marika Chantel, e la stupidità di sua madre, che si era fatta così ben giostrare dalla strega di Rab'El-Galah spedendolo a morte sicura (secondo lei) per toglierselo di mezzo. D'altra parte se da puttana qual era voleva fare la signorina di corte, un figliolo a carico non lo si poteva mica portare appresso. La società non te lo permetterebbe... sempre lì si ricade. Se uno deve essere egoista, arrivista, passionale, primordiale, istintivo, malvagio che lo sia sempre, non solo a comando, come sfogo impellente e necessario. Ma queste magre considerazioni, mischiate nel calderone amaro dei ricordi, lasciano presto il posto alla preoccupazione. In questa cittadina, del freddo nord, gli istinti sono repressi, le voglie nascoste. Si fa presto a passare da una fiamma a un ululato nella notte... gli istinti sempre quelli sono... che un male primordiale stia cercando di rinnovarsi? Allora questo festino potrebbe prendere un andamento differente questa volta.
Un urlo di dolore risveglia Thuban, lo riporta alla realtà.
Qualcuno ha azzannato una delle prostitute al cacao. Forse è stato solo un eccesso di passionalità. Ma anche no. E' quello che Thuban temeva. Intorno all'orgia c'è un po' di calca, qualche ragazza urla spaventata. Thuban e Sydex si ritrovano affianco, insieme ad alcune prostitute, al margine delle stanza. Sono state pagate per soddisfare sessualmente gli ospiti, non per quello, ammettono tremanti. Un attimo però e subito ricadono nei loro ruoli di intrattenitrici, dimentiche di tutto parrebbe. Questo sì che è assurdo. L'anfitrione si muove nervosamente per la sala, pare, dai movimenti che fa, veramente sorpreso dell'accaduto. Un uomo grida, batte le mani contro il muro, poi con una forza disumana si suicida sbattendo violentemente la testa contro il duro muro di pietra. La cosa inorridisce i gruppetti di festaioli lì vicino, ma solo per un momento. La gente continua a fare sesso come se nulla fosse. La musica aumenta di ritmo e intensità, pare ipnotica e tribale. Thuban e Sydex si rendono conto solo adesso che l'uomo si è ucciso dove doveva esserci la porta. Sì la porta di uscita. Ora solo uno spesso muro, fresco di sangue. Anche l'anfitrione è adesso veramente preoccupato, si reca al muro, lo tocca. Niente porte. E' scomparsa anche la porta sul retro. Dall'orgia centrale si alzano delle grida, grida di dolore. La musica sale ancora. Ma senza cantante, anche lei si è buttata nelle mischia. Piano piano le persone ai margini si uniscono alla massa più grande. Le urla aumentano. Anche i musicisti si buttano al centro. Eppure i tamburi si sentono ancora nelle menti, nelle teste. E' un ritmo primordiale. Pare il battito del cuore. Del sangue che pulsa nelle vene. Sangue caldo, membra vive.
Sangue. Sangue.
Basta.
Thuban è sicuro, una forza cerca di ottenebrargli la mente. Sydex è sempre con lui, ma adesso ha estratto la spada. L'anfitrione rimane in disparte. Cerca di fare qualcosa. La situazione gli è visibilmente scappata di mano: al centro non c'è più nessuna orgia. C'è un lago di sangue che aumenta, alcuni cadono morti sotto i morsi dei più furiosi, dei più voraci. "Quanto secca aver ragione..." poi con Sydex cercano di fermare l'anfitrione. Gli tolgono la maschera, è veramente Ben Bashir. Ma è troppo tardi, anche lui si getta nella mischia. Ha perso ogni controllo, ogni raziocinio. "Da Femlan a Isserthac il passo è breve, a quanto pare".
Una fitta. Thuban sente il desiderio del sangue salire sempre di più. Il suo sangue diabolico ribolle. Sa bene che non è in grado di resistere ancora. "Sydex, c'è una forza sovrumana che cerca di spingermi... sto cedendo, è..." non fa in tempo a completare che Sydex, allertato, lo acceca con un suo incantesimo, privandolo di parte delle sue forze. "Così starai fermo, per un po', almeno vedo di salvare qualcuno" ma dal centro si alza una voce innaturale, un ghigno profondo e primordiale. Qualcosa, qualcuno si sta materializzando. Una grande creatura umanoide, con quattro fila di denti nell'immensa bocca, due paio di ricurve corna, uno sguardo ferino e bestiale, un corpo ribollente di orrore e malvagità. "Bene" riecheggia la voce del demone "Io sono Thork, e voi stata assecondando la mia volontà. Mangiate e bevete dei vostri simili, questa è la forza della mia parola!" Thuban non può vederlo, per il momento, ma Sydex sì e vi si getta contro con la propria spada, non prima di aver avvertito telepaticamente Meladra che, beh qualcosa non è andato proprio bene. "Piccola mosca, non mi indolenzire" Thork prende il colpo di Sydex nel basso ventre, ma la spada pare non averlo danneggiato. La ferita si rimargina immediatamente. Ride, una risata atavica e malvagia. "Due di voi saranno i miei prescelti, forza, chi mangerà e ucciderà di più avrà salva la vita, e sarà scelto da me, vai anche tu con loro" guardando Sydex "Non vorrai mica disubbidirmi?"
Thuban adesso riesce a vedere nuovamente, l'effetto dell'incantesimo di Sydex non era permanente. Il ritmo dei tamburi, dei cuori è troppo forte. Cerca di rimanere sé stesso. Fallisce. Si avventa sul chierico di Femlan. Vuole essere prescelto di Thork, vuole rimanere vivo. Trafigge il chierico con Anemas, mai così brillantemente viola. Avida di sangue e anime. Ne trafigge un paio con la spada. Poi non resiste. Il chierico si muove ancora, allunga le mani verso il centro della stanza, verso Thork. Thuban si getta sulla sua giugulare. Con uno scatto la mascella si chiude, Thuban mastica con gusto, il sangue è dolce, il sangue che si sparge ovunque. Ne beve, ne gode. Vittima dopo vittima. Corpo dopo corpo.

"E' successo qualcosa" avverte Meladra "ma Sydex è generico, però sono chiusi dentro, le porte sono scomparse e... qualcosa è comparso al centro della stanza" Zahira si alza, avviandosi a passi decisi verso il buttafuori che è sempre lì a piantonare la porta. "Lasciami passare" fa "E' successo qualcosa alla "festa", sono attaccati" "E te che ne sai, e che ne vuoi sapere?" risponde il buttafuori, per nulla intimorito dalla stazza gigante della guerriera. "Lo so e basta" quindi lo prende e lo sposta di peso di lato, poi prova a entrare, ma il corridoio è troppo angusto e stretto per lei. Dal decolté sgaiattola fuori Gerbo che si lancia lungo il corridoio. Il buttafuori nel frattempo cerca di riprendere il proprio posto, inutilmente. Solo quando, rassegnata, Zahira si sposta dall'apertura, riesce nel proprio intento. "Vorrei sapere..." e Gerbo se ne ritorna dall'interno "E' vero, è vero, non c'è nessuna porta" Allora anche il buttafuori getta un occhio dentro. Nessuna porta in fondo al corridoio. Lancia l'allarme.
Zahira esce fuori urlando per il centro. "Aiuto, aiuto, alla Fiamma Perenne, che tutti gli uomini vengano fuori a dare una mano" ma pare che così facendo i civili si rintanino ancor di più nelle proprie case. Arfuin e gli altri vengono richiamati dalle urla. Zahira si reca al tempio di Thamnis, trova il chierico Misha e rapidamente lo esorta a seguirla. Costui chiama alcuni miliziani, che vengono con loro.
Nel corridoio il buttafuori è lì a picconare il muro. Ne viene giù una parte, ma è spesso. Adesso arrivano anche i soldati, insieme sarà tutto più veloce. Arfuin potrebbe spostarsi all'interno con le sue magie, ma non ne ha abbastanza per tornare fuori. I secondi sembrano minuti. Il muro è un ottimo isolante. Nessun rumore dall'altra parte. La tensione cresce. Le picconate sempre più veloci.

Sydex continua a resistere alla volontà di Thork, ma sempre più difficilmente. Ormai sono in vita solo una decina di persone, lui cerca di colpirne alcune di piatto per lasciarle svenute a terra. Thuban voracemente, la bocca e il viso ripieni di sangue, pezzi di membre, cervella e budella, lo fissa "Non capisci? Due prescelti! Saremo noi! Nutriti, il sangue è così dolce" è fuori di sé, ma ha ancora tutto il suo raziocinio. Eppure non può fare a meno di comportarsi così. E' come una droga indispensabile. Ti fa sentire meglio, in pace con il mondo e con sé stessi. E' un assurdo, un ossimoro, ma pare proprio così. Thork intima nuovamente a Sydex di lasciarsi andare. Sydex tenta di nuovo di resistere. Ma non ce la fa. E dopo è solo sangue e membra calde.

"Non lo sento più, non sento più Sydex" Meladra vola inquieta per il corridoio.
Finalmente il piccone apre un pertugio. "Cos'è questo...?" Un dolciastro odore si diffonde nel corridoio. Va giù un pezzo più grande, poi un altro. Gerbo entra dentro. Poi anche gli altri. Il buttafuori resta sulla porta, dà un'occhiata, vomita, anche uno dei miliziani si sente male. La scena è raccapricciante. Un lago di sangue, dove galleggiano pezzi di corpi, membra, mani, guance, occhi divelti. Maschere impiastricciate nel sangue. Strumenti musicali abbandonati alla rinfusa. Una trentina di corpi mutilati, quasi tutti hanno le bocche ancora piene di pezzi di carne masticati, ma i volti son senza guance, mangiate da qualcun altro. E' l'orrore allo stato puro. Nessun mostro però, e nessuna traccia di Sydex e Thuban. Misha pare riconoscere qualcosa, un corpo. Lo smuove, è Ben Bashir. "A cosa hanno portato le tue..."

Thuban riapre gli occhi. L'ultima cosa che ricorda è il sangue, e la voce di Thork "Siete voi i miei prescelti". Solo lui e Sydex erano rimasti in vita nel salone degli orrori. Questo lo ricorda bene, come tutto il resto. Sente la voglia di vomitare, si trattiena. E' nella propria stanza, alla Locanda del Pellegrino. Sydex è accanto a lui. In fondo, vicino alla finestra, in piedi, Arfuin lo sta osservando, sta osservando entrambi. "Sono entrato senza dare nell'occhio e vi ho portato via invisibilizzato. E' stato un bene che fossi lì, mentre gli altri aprivano un pertugio nel muro. Altrimenti ora sareste nei guai, mi spiegate che è accaduto?" Dopo il rapido racconto, Arfuin non nasconde un moto di disgusto per i particolari, li risistema con una prestidigitazione, e aggiunge "Voi non siete mai stati lì, chiaro? Abbiamo avuto un'imbeccata e eravamo lì a sorvegliare la zona, ok? Voi non sieta mai entrati lì!" Thuban e Sydex annuiscono. Ma la paura di scoprire presto cosa significhi essere i "prescelti di Thork", di essere un pericolo per gli altri e soprattutto per i propri compagni, di perdere ogni potere su di sè, scoprendo lati nascosti che ogni uomo, giustamente, rimuove, è come un macigno sull'anima. Più di un rimorso. Thuban non ha mai avuto molti problemi a uccidere innocenti, fa parte del mestiere, e dopo che ha Anemas con sé le preoccupazioni morali si sono assottigliate sempre più. Si domanda se a incitare i giovani di Kurt e i girovaghi della Strega non abbia in realtà semplicemente seminato zizzania, spargendo il seme della violenza e del dubbio. Forse Thork non è un caso. Forse è proprio quello che è diventato, ancor prima di rendersene conto realmente. Sasha Hrad gliel'aveva detto. Di guardarsi dentro. Sarà ancora in tempo per non perdere sé stesso?
Le risate di Earlik Kan e Thork si mescolano nella sua mente. La voce della Strega. Poi l'esplosione lo riporta alla realtà. Più esplosioni. In più zone della città. "Dannazione, i ragazzetti...la sorpresa notturna..."

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bellissimo racconto! E' davvero coinvolgente, sei riuscito a rievocare tutti i momenti più terribili della sessione, a renderli quasi reali! Stasera nuove sfide e nuove delicate decisioni da prendere. Cmq nulla è perduto, la strenue resistenza che avete provato ad opporre a Thork forse non è stata del tutto vana, ma come ho già detto ci vorrà attenzione, intelligenza e sopratutto...meglio non dirvi troppo...

Matteo ha detto...

Grazie ma a te che hai sapientemente creato la storia che io ho umilmente rinarrato ;)
A stasera!

Aranor ha detto...

Voglio la Classe di Prestigio! "Prescelto di Thork"! Chissà quanti bei cenoni faremo con gli amici... (notare il fine doppiosenso!) :D Stesera spero di divertirmi come l'altra volta!

Aranor ha detto...

Finalmente potrò davvero mangiare un halfling!!! Un sogno che si avvera! Ci pensi?

Matteo ha detto...

Pensavo tutti ne avessero già mangiato uno nel rituale di iniziazione alle lame iettatrici... :-P

Aranor ha detto...

Ti addestrerò come un cucciolo alle arti della sventura... (che poi, è il nome della mia spada...)