mercoledì 12 novembre 2008

Nelle fiamme, nella speranza

L'ufficio del signor Daboris è l'angusto spazio dove i compagni di Thuban decidono di porre riposo alle loro stanche membra. Hanno da poco lasciato la piana innevata, attraversato l'ennesimo portale apertosi dal nulla. Iacob aveva a proposito interrogato, con i magici metodi dei divinatori, la sua dea, la regina delle fiamme e delle passioni, Femlan, che, per mezzo del suo umile servo, aveva proclamato la falsità dei luoghi spacciati per il caro piano nativo di Therazan. Eccoli quindi nello studio, una stanza ricca di libri, molti scritti in lingue dell'Hazen, ma niente di particolare, di raro, o di rivelatore sul fantomatico padrone della casa, il "potentissimo lord Hans Gottwold". Thuban trova un simbolo di Shardir, l'Oscura. Affascinato lo prende con sé. Un brivido gli scorre lungo la schiena... ricordi di odi passati, persone perdute, anime smarrite. Curiosando i nostri aprono un portale, la via d'uscita insomma. Vegliandolo a turno, passano le ore del riposo, e il gruppo è pronto per partire nuovamente. Prima però Thuban chiama da parte il redivivo Geremia, il cui bianco pallore si accentua ora dopo ora. E' effettivamente un morto che cammina, seppur ancora dotato di una propria intelligenza, e, all'apparenza, di una autonoma capacità di giudizio e d'azione. Thuban lo interroga su Earlik Kan, su quello che gli è stato detto. Vuole sapere come comportarsi, se la cosa dovesse accadere di nuovo, a qualcun altro. Il violaceo riflesso di Anemas si diffonde nella penombra... mentre l'Ombra Silente punta lo stocco contro il chierico, sicuro così di assicurarsi "più veritiere risposte", una scossa, un cattivo presagio, forse... Geremia risponde, Earlik Kan assicura una seconda possibilità per finire la gloriosa impresa, ma uscito da lì sarà da lui reclamato per combattere nel suo esercito immortale. A meno che... ma poi Geremia cambia argomento, e aggiunge una richiesta "Se dovessimo trionfare e uscire di qui, ti prego, tagliami la testa, così da non offendere più il mio dio" già... Naekross, dio del tempo e della fine, che aborrisce ogni forma di innaturale prolungamento della vita, ogni strappo alle regole immutabili che scandiscono lo scorrere delle ere e delle esistenze. Come può essere ancora Lui a garantire le energie magiche in questo suo servitore fedele sì, ma ormai immondo nella sostanza? E questi dubbi sono in parte espressi dallo stesso Geremia. Bando alle ciance, è ora di andare.
Lo scenario che si presenta adesso è quello di una città, ancora una delle Sette Città d'Oro dell'Hazen, incendiata, depredata, abbandonata. Pare di essere davvero tornati indietro nel tempo, poco dopo la razzia, quando gli abitanti erano già fuggiti, e i pochi rimasti uccisi. E' quasi notte, ma le fiamme, la cui luce si rifrange nelle dense macchie di fumo, illuminano la città a giorno. Un attimo, e Thuban si accorge che qualcuno li sta seguendo. Meladra, l'imp di Sydex, vola in ricognizione. Invisibile prova a parlare con l'individuo, un uomo. L'idea di Sydex è di parlare, non attaccare, almeno per ora. L'uomo ignora la voce, torna sui suoi passi. Meladra lo segue, e poi il collegamento telepatico con Sydex si interrompe. "Dannazione" Sydex corre verso l'ultimo punto descrittogli da Meladra, gli altri dietro di lui. Viene cercata ovunque, ma non c'è traccia di lei. Più avanti la strada principale continua. Con il cuore in gola per il destino di Meladra, Sydex continua a cercarla. Poi ecco che torna il legame. E' legata, impossibilitata a muoversi, al centro di una specie di corte, o piazza, fra alcuni edifici crollati e altri apparentemente ancora abbastanza integri. C'è del fumo. I nostri vanno avanti lungo la strada, e questa si prolunga appunto in una piazza. Ecco Meladra, legata. E' un attimo. Sydex irresponsabilmente si lancia su di lei, incurante della manifesta trappola. E una nube di frecce, magicamente sospese in aria sopra di loro, si avventa sui due, trafiggendoli. Meladra sviene, Sydex è ferito ma riesce a raggiungerla. Nel frattempo dai palazzi frecce avvelenate colpiscono il resto del gruppo. Cecchini, ottimi cecchini. Un muro cade, un'orda di ogre armati di tutto punto si avventa su Sydex, su Zahira, e su tutti gli altri. Arfuin sdoppia la propria immagine, Kalthen cerca di lanciare un incantesimo ma questo gli viene annullato nel momento che l'energia magica si sta liberando dalle proprie vene: una contromagia, dunque... Se l'impiego dell'incantesimo della telecinesi per far volare le frecce avesse lasciato qualche dubbio ora è certa la presenza di un incantatore, invisibile, ma capace di scrutare l'invisibile, e che sta coordinando tutto... Thuban si discosta dagli altri, e, invisibile, cerca l'accesso di uno dei palazzi da cui gli arcieri tirano le malefiche frecce. Ecco che l'azione si fa caotica. Zahira si avventa contro gli ogre, mentre Acrosen si allontana da parte. Un ogre è maledetto da Sydex, un altro, accecato, gli cade però addosso, schiacciandolo. Iacob è ferito profondamente e perde conoscenza. Gerbo segue, con Andrej, Thuban, non appena gli ogre sono in parte decimati dalle catene di Zahira. Kalthen convinto che il mago stia fermo a studiarlo per impedirgli di lanciare le proprie magie, sceglie di lanciare un muro di ghiaccio a forma di semisfera, ma, a sua disdetta, ci riesce, e rimane dentro il muro che non può da solo eliminare. Fortunatamente Arfuin viene a dargli man forte, ché con una esplosione di energia calda, una deflagrazione infuocata riesce a farlo uscire dalla prigione che lui stesso si era creato. Altri ogre cadono nelle fiamme del mago Arfuin. Geremia, ancora in crisi per la sua condizione di non vivente, cerca di aiutare Iacob, ma la magia di cura gli si trasforma, contro la sua volontà in una magia di danneggiamento, che risucchia la vita... adesso Iacob è in fin di vita, e solo facendogli bere una pozione guaritrice, si riesce a stabilizzarlo. Geremia è sconvolto, e altresì sconvolto è il cantore Acrosen, unico testimone di questo "piccolo inceppo" del chierico. E mentre grazie a Thuban, Andrej e Gerbo vengono eliminati due cecchini, un'esplosione di ghiaccio e freddo raggiunge il tetto di un palazzo, richiamata da Kalthen, il soffitto cede, e con sè il resto dell'edificio già provato dall'assedio, e nella sua rovina porta con sé anche le vite degli assassini arcieri. Arfuin replica la mossa contro un altro palazzo. Ormai, morti gli ogre resta un solo gruppo di cecchini. Ma rimane soprattutto l'astuto incantatore, ancora invisibile manovratore. Zahira è dominata, e si scaglia contro tutti gli altri, senza nessuna esitazione. Gerbo cade in coma, Iacob è nuovamente ferito. Thuban, vista la situazione, la freccia senza esitazione, sperando almeno di intontirla. Sydex e gli altri la colpiscono. Ma lei non cade perché grazie al magico legame che la unisce al fratello Acrosen (che vigliaccamente si è nascosto dietro un palazzo) riesce a assorbire da questo abbastanza energia vitale per rimanere salda sui suoi grandi piedi... Sydex e Arfuin, insieme a Kalthen intanto puntano al pezzo grosso. Lo localizzano, lo inseguono, lui usa magie che gli permettono di sparire e ricomparire in zone distinte della piazza... quando ormai la situazione è disperata il malvagio lancia una delle sue magie più potenti, e nell'area dissestata, compaiono miriadi di raggi prismatici, i colori dell'arcobaleno sono però forieri di sventure e malefici. Thuban è investito da un raggio verde venefico, un istante, la speranza si interrompe bruscamente, cade morto nel clangore della battaglia, ancora senza nemmeno una ferita, ma improvvisamente pallido e senz'anima. I violacei riflessi di Anemas si intensificano. Nel contempo, mentre gli altri ignorano la dipartita di Thuban, il mago si manifesta, è il vecchio della casa, quello di cui parlava Erika... Kalthen lo investe con la sua palla di neve e ghiaccio... tutti sono su di lui... e anche la vita del vecchio si spegne.
In un altro luogo Thuban è davanti ad Earlik Kan. E' il terzo del gruppo che parla nuovamente con il sire dell'esercito immortale. Prima Geremia, prima Sydex (sì, anche lui aveva parlato con Earlik Kan durante il precedente scontro, come da lui stesso rivelato precedentemente). La proposta è la stessa fatta a Geremia. Thuban tentenna, non vuole essere servo di nessuno, né tanto meno firmare "contratti" per l'eternità. Ci sarà pure un modo per uscire da questa situazione, in questo "mondo parallelo" della casa delle bambole... anche le parole di Geremia lasciavano intendere che qualcosa era ancora possibile... alla fine lo scellerato accetta.
Nella città avvolta dal fumo degli ultimi fuochi, nella città divelta, nella piazza in cui il sangue e il sudore si sono mescolati per dimostrare la forza e l'istinto di sopravvivenza, qualcuno si rialza dal sonno della morte. Ma il suo cuore non batte più. Anemas riluce violacea e maligna, al suo fianco. Una malvagia energia ne pervade adesso il portatore. E il suo respiro è assente. Thuban è tornato. Ma ha la morte con sé. Dentro di sé.

6 commenti:

Matteo ha detto...

Sono ovviamente riassunti in parte romanzati, e riadattati dal sottoscritto, il quale rielabora l'accaduto e lo racconta principalmente dal punto di vista di Thuban (anche perché giocandolo quello che gli succede me lo ricordo meglio). Se notate errori palesi, nei nomi e nelle azioni, fatemelo notare, please!!!

Anonimo ha detto...

Complimenti, bellissimo e suggestivo racconto!! Ormai la strada verso la libertà è quasi del tutto compiuta, ce solo un altro passo da fare...attraverso la tana di Volkaraugast!!!!!!!

Matteo ha detto...

certo come no... manca proprio la cosa più semplice da fare...

Moon's Gift ha detto...

Uffa ma io non mi sono mai nascosto dietro un palazzo, la massimo dietro la mia cara sorellina e poi dovevo sbrigrae le veci dei curatori visto che quel giorno per vari motivi era più raro ricevere da un loro un cura che un appuntamneto dal signore del male....


Vai rosa di eterno fascino :) Sublima.....

Aranor ha detto...

Ormai la legione eterna ci attende! Thuban che ne pensi, si va io te e il chierico malvagio? Come Stanlio e Ollio nella legione straniera! :)

Matteo ha detto...

La rosa di eterno fascino sublima l'avversario? Lo rende gas? Gli da forma gassosa o lo stende proprio?
Cmq il drago nero Alexandra è troppo chic! Quel passo a due che mancava!
Per Sydex: partiamo subito, ma solo se c'è anche Meladra!!! ;)