
Al mattino però la verità è un'altra: le forti nevicate non tendono a diminuire, anzi... partire dalla città sarebbe a dir poco pericoloso. Per cui il gruppo deve restare là, fra gli sguardi diffidenti di villici rudi e ostili agli ospiti, a chilometri di distanza dallo loro meta, Něpoca. La compagnia di Ary si rivela interessante, l'elfa è discreta sulle ragioni che l'hanno portata fin lassù, e su come sia riuscita ad arrivare a Mrazburg sfidando il gelo della regione. Ma adesso anche lei è vincolata in quella cittadina di provincia, nota solo per le grandi miniere di adamantio, a due ore di cammino verso nord. E per una sorta di religiosa superstizione che spinge gli abitanti a riverire Gelfrae, il dio del freddo, con numerosi ex-voto appesi alle porte delle case. Spinto dalla curiosità il gruppo si addentra fra le viuzze, raggiungendo anche la parte centrale del paese, arroccata in posizione dominante sulla parete rocciosa, più in alto del resto del paese. Thuban riesce a mettersi in contatto con un affiliato della Gilda dei Coltelli Invisibili, un tale, anonimo nell'aspetto, che sfrutta la copertura di una bottega di sarto per i traffici illeciti di adamantio. Thuban racconta gli ultimi avvenimenti, sicuro di riferire ai suoi superiori, parla di Cucciolo, di Totemkopf e di Willemstein. Il Sarto gli promette una promozione, se riuscirà a portare a termine una piccola cosetta, derubara un'anziana signora di nobili origini di una strana pietra, un diamante con all'interno un rubino. Non si sa come sia stata creata, ma al momento è conservata nella casa della signora, sorvegliata da un manipolo di guardie. Thuban acconsente, è un po' di tempo che non si dedica più alla "tranquilla" vita del ladro di quartiere.
Sydex riesce invece a ottenere, tramite l'intercessione dell'armaiolo, un orco civilizzato, la promessa di un incontro con qualcuno in grado di migliorare notevolmente Sventura, il proprio Jovar, ma forse non dovrà pagare solo un prezzo in monete d'oro.
Nel mentre le preoccupazioni di tutti divengono più terrene e concrete. Dal cielo lattiginoso, oltre la neve, si precipitano sui passanti alcune viverne dei freddi, blu, ricoperte di una peluria isolante, e dalle fauci altamente dentate e pericolose. E' un attimo, scoppia il panico. Fortunamente il gruppo riesce ad avere la meglio, limitando i danni alla popolazione di Mrazburg. E in poco meno di un minuto l'opinione della cittadina cambia. I membri del gruppo sono adesso elogiati come "salvatori ed eroi".
Tornati alla locanda, riunitisi nella sala comune, avvertono distintamente delle esplosioni, anche se soffocate dalla lontananza. Qualcosa, qualcosa di grosso, deve essere successo alle miniere. I rumori soffocati dalla neve che cade inesorabile, giungono da là, a Mrazburg ne sono tutti sicuri. Un manipolo di guardie viene armato di tutto punto, e parte alla volta delle miniere. In città però la paura è molta, si teme per le vite dei minatori, e ricomincia a serpeggiare la leggenda di Mraz, servo di Gelfrae, nascosto nella profondità del sottosuolo, sotto la montagna di adamantio, che esige rispetto, e un equilibrato prelievo dei doni del terreno da parte degli abitanti di Mrazburg. Che questo non sia stato più rispettato, provocando così le ire di Mraz e del suo padrone, Gelfrae? Le dispute teologali del mattino, fra Iacob, ardente servo di Femlan e il locale clero di Gelfrae si riaccendono... mentre Ary scopre dalle voci degli ubriachi interessanti leggende locali...
La lunga notte invernale cade presto sopra i nostri eroi...
Thuban riesce nell'impresa, e trafuga la pietra, che al tatto, appare per un istante, magica. Ma per un errore non previsto, scatta l'allarme, il ladro riesce a darsi alla fuga, sparendo nelle ombre, e lascia la gemma al Sarto, che in cambio gli promette la promozione tanto attesa, e gli da alcuni tomi di magie oscure. Thuban si mette quindi a studiarli nella sala comune, rimanendo da solo. Sydex, invece, riesce a parlare con l'abile incantatore in grado di potenziare Sventura. Ma il prezzo è alto, ovvero la libertà di Meladra, il suo famiglio imp, che dovrebbe venire fuso con l'arma stessa, potenziandola, ma anche vincolando Meladra alla sua lama, per sempre. Sydex è indeciso, ma alla fine la volontà di potenziare il Jodar a cui tanto è legato prende il sopravvento, e, a malincuore, saluta Meladra con un ultimo incontro di sesso. Meladra rimarrà con lui, ma sotto un'altra forma. Nella lama, sarà la lama stessa. Ma occorre una notte di rituali, e Sydex lascia Sventura e Meladra all'incantatore, tornando mesto alla locanda.
Verso l'alba qualcosa rovina l'attenzione già ormai alquanto bassa di Thuban. Fuori sta scoppiando il panico, gente che scappa, altri che corrono verso il cimitero oltre le mura. "I morti si risvegliano". In realtà è solo fumo caldo che uscendo dalle crepe del terreno ricopre l'area del cimitero. Lentamente si sposta sopra la città bassa, come se viaggiasse per corridoi sotterranei. Il gruppo riunito non può che constatare, per voce di Arfuin, la natura "naturale" dell'evento, un enorme incendio sotterraneo che cerca in tutti i modi di fuoriuscire.
Così il gruppo viene, all'indomani, ingaggiato per scortare l'anziano sacerdote di Gelfrae alle miniere. Il fatto è semplice: Mraz giace veramente là sotto, e nelle notte è stata trafugato l'unico oggette che potesse mettere in contatto con il titano, un diamante contenente un rubino. Thuban trasalisce. "E' stato compiuto un efferrato delitto, o meglio, una strage, le guardie e la signora sono stati fatti a pezzi, orrendamente mutilati" eppure Thuban sa che, a parte l'allarme, altro non aveva fatto... Comunque la missione pare semplice, portare alle miniere il chierico di Gelfrae, scortarlo nelle profondità fino alla zona in cui Mraz abita. Lì difenderlo mentre tenterà di placare il titano, se veremente è lui la causa di ogni disastro. Notizie dalla guarnigione mandata sul luogo la notte precedente non ce ne sono...
Prima di accettare Thuban compie un sopralluogo alla villa svaligiata, cerca il Sarto ma non lo trova... ma qualcun altro riesce a trovare lui. Una donna, che si presenta come il secondo agente della Gilda in città. "Il Sarto è un traditore, se ne è andato con l'oggetto che non doveva essere rubato, quello che tu gli hai portato... se vuoi salva la vita, prima che l'accusa di tradimento cada anche su di te, inseguilo, e portami la sua testa. Ho fatto in modo che i falsi indizi che il Sarto ha lasciato sul luogo della strage per incolparti, siano scomparsi, vedi ora di non deludere le mie aspettative..." A Thuban resta poco da scegliere...
Di nuovo in trappola...
Il gruppo decide quindi di accettare, mentre altre esplosioni sembrano provenire dalla zona delle miniere. Thuban rivela a pochi la verità sull'accaduto della scorsa notte. Sydex ha ripreso Sventura, che ora ha in sè l'anima di Meladra, la sua anima, ma sente che qualcosa è cambiato per sempre. Il freddo non diminuisce, e la neve cade veloce, sferzando i volti, rendendo ogni passo più faticoso. A metà strada vengono attaccati da un manipolo di ettin, ma riescono ad avere la meglio sui giganti a due teste. All'arrivo alle miniere lo spettacolo è misero e poco rassicurante: decine di corpi carbonizzati giacciono sull'antistante piazzale, soldati anneriti corrono fuori e dentro la miniera, portando alcuni corpi, altri utensili. Fra i caduti anche guardie di Mrazburg. La situazione è semplice, qualcuno ha fatto saltare le miniere, per ben due volte. E non è stato Mraz: fra i corpi il gruppo ne nota due, lineamenti sfigurati, bruciati in più punti, ma ancora addosso tracce di trucco bianco...
Totemkopf...
Willemstein...
Quindi il portale non ha dato su Mrazburg per caso...
La gemma di Mraz...
Le pietre delle Sette Città...
Che siano...?
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