
Qualche giorno addietro sono stati festeggiati i 40 anni del primo sbarco umano sulla Luna. Mi aspettavo una maggiore attenzione alla ricorrenza, invece, sarà che d'estate manco Porta a Porta sopravvive, la tv l'ha praticamente ignorata. Eppure mi ricordo 20 anni fa, nel 1989, quanta euforia, quanti passaggi in tv per ripercorrere l'evento. Eravamo alla fine della Guerra Fredda, che si era combattuta anche nello spazio, sulla Luna, per la Luna. Quindi nella glorificazione americana allora imperante chissà, forse faceva molta più audience. Ma oggi è diverso, non suscita più emozioni la Luna, non smuove più i sospiri e nemmeno vaghi interessi. Mi ricordo un paio di sere della mia prima gioventù, ore davanti a un'atlante celeste, un binocolo in mano, a rintracciare i Mari Lunari. Oppure la serafica luce lunare che si spande nelle notti di luna piena, rischiarando e gettando ombre più scure nella notte radiosa, oscurando le stelle. E le maree, e questo strano rapporto con la Terra. E i poeti, e gli scienziati. Una landa brulla, arida, morta. Ma qualcosa ancora c'era, nel 1989.
Ci vorrebbe la De Filippi sulla Luna per tenere gli italiani a capo all'insù, oggi, nel 2009.
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