sabato 28 febbraio 2009

Come foglie e poi...

Questo post è per Andrea, e lui sa il perché, se mai capiterà su queste pagine virtuali.
La canzone, scritta dal cantante dei Negramaro, è valorizzata notevolmente del particolare timbro vocale della cantante, già conosciuto nella sua precedente hit "Feeling better". Lei è milanese, nonostante il nome, e italo-marocchina.
Ecco il testo.

Malika Ayane
Come Foglie

E’ piovuto il caldo
Ha squarciato il cielo
Dicono sia colpa di un’estate come non mai
Piove e intanto penso
Ha quest’acqua un senso
Parla di un rumore
Prima del silenzio e poi…
E’ un inverno che va via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di spazio
E tempo non ne ho dato mai
Seguo il sesto senso
Della pioggia il vento
Che mi porti dritta
Dritta a te
Che freddo sentirai
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto?
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ un inverno che è già via da noi
Allora come spieghi
Questa maledetta nostalgia?
Di tremare come foglie e poi
Di cadere al tappeto
D’estate muoio un po’
Aspetto che ritorni l’illusione
Di un’estate che non so…
Quando arriva e quando parte,
Se riparte?
E’ arrivato il tempo
Di lasciare spazio
A chi dice che di tempo
E spazio non ne ho
Dato mai

giovedì 26 febbraio 2009

Resistere

Resistere.
Dannazione.
Sempre così. Contro Earlik Kan, contro Volkraraugast.
Ora contro Thork. E con tutto il mondo contro.
Usciti dalle rovine della Fiamma Perenne, per fuggire il crollo inevitabile degli ultimi muri ancora in piedi, gli improvvisati protettori di Cucciolo scoprono che vari gruppi di "trasformati", con le loro velenosissime spine, sono lì, davanti a loro, pronti all'attacco. E' una forza primordiale che li ha pervasi e tramutati, un'energia che trova pieno appoggio nei loro istintivi egoismi e odi. Ma ormai è passato il tempo di riflettere... una raffica di spine colpiscono Zahira, Andrej, Sydex e Iacob, i primi sulla linea. Gli effetti sono devastanti... la forza, l'agilità, anche la consapevolezza delle proprie azioni vengono meno, il veleno impedisce il discernimento, rende fiacche le membra e pesanti le spade... Thuban, rapido nelle reazioni, prova a sfuggire ai gruppi di nemici, cominciando una corsa verso la periferia della città. Forse è ancora possibile salvare alcuni di questi "mostri", forse basta davvero resistere ancora un altro poco... crede che i suoi compagni lo seguano presto, ma non è così.
Basta un momento. E alcuni dei trasformati si raggruppano fondendosi fra loro.
E' orribile. E' innaturale.
La forma amorfa prende lentamente le sembianze di Thork. Tre fila di denti. Occhi bianchi. Corna ricurve. Ma i confini sono incerti. Gli arti imperfetti.
E' un orribile orrore. La figura torreggia alta sulle rovine di Bearburg. Con un'artigliata colpisce l'invisibile Gerbo, dimostrando poteri magici di inaudito spessore.
Thuban vede l'ombra di questa creatura ingrandirsi sempre di più dietro di sè... è Thork... con la coda dell'occhio... Sydex si lancia sul mostro immane insieme alla sua Meladra. "No... adesso non verranno più via. Ma è troppo tardi anche per tornare indietro. Sulla strada altri gruppi di spinati stanno procedendo verso l'avatar di Thork, richiamati dalla sua mente maligna. Pare che le menti di tutti loro si siano fuse in un'unica mente, quella perversa di Thork. Thuban prova a nascondersi ma viene notato. Decide quindi di fungere da capro espiatorio. Comincia a correre, a urlargli contro, per farsi sentire, per farsi seguire. Lontano dallo scontro principale. Il piano riesce. Ma le spine gli sfiorano i piedi mentre corre veloce. Sta girando intorno al centro, intorno al luogo del combattimento... deve resistere... sebbene il fiatone cominci a farsi sentire... e la distanza diminuisca sempre più...
Resistere.
Intanto dalla finestra di un palazzo di fronte alla Fiamma Perenne ecco affacciarsi Misha Gregorich, invasato anch'egli, ma dal sacro fervore del giusto Thamnis, e cieco nella sua personale interpretazione della legge del dio. "Sono io l'ordine". Si scaglia verbalmente contro il gruppo dei nostri, accusandoli di debolezze e segreti. Dovevano intervenire prima. Non mentire. Poi scaglia la sua forza divina contro Thork e i suoi scagnozzi, colpendo più volte anche Meladra, che, in forma di erinni, difficilmente può essere scambiata per un aiuto alla giusta causa... Sydex, fuori di sé, gli urla di smettere, di averla evocata lui stesso quella diabolica creatura per aiutarlo nella pugna. Già... un diavolo per aiutarsi... che controsenso...ma la vendetta di Thork non si fa tardare e si scatena contro il chierico, indebolendolo. Fortuitamente, lentamente il potere di Cucciolo si manifesta. I tiri contro Thork diventano più sicuri. Le forze scomparse ricompaiono. Basta resistere ancora un poco. Arfuin, lanciatosi un'immagine di sdoppiamento, per cui al suo posto compaiono tante immagini di sè stesso, volando, porta via Cucciolo dalle mani di Iacob, il quale può dedicarsi interamente alla somministrazione dell'energia curativa ai suoi compagni feriti.
Resistere. Ancora un poco.
Thuban sta tornando correndo verso il combattimento, le forze stanno per venire meno.
Le catene di Zahira, la scimitarra di Sydex, le spade di Gerbo e Andrej colpiscono le carni dei trasformati, e le orride membra di Thork. Basta ancora un poco. Poco.
Thork cade prono. Ecco. Ora. Le catene della guerriera si avventano completamente sul mostro. Il sangue violaceo è ovunque. Ma la calda luce di Cucciolo, il suo dolce tepore sono nei cuori di tutti. Thork non si rialzerà più. L'orrido corpo si ritrasforma, nei resti di sventurati civili di Bearburg. Thuban si arresta. Dietro di lui non più trasformati, ma sorpresi cittadini, che si domandano dove siano, come abbiano fatto ad arrivare a tutto questo.
E' finita.

Ora Bearburg deve risorgere dalle proprie ceneri. I fuggitivi del gruppo di Samantha, guidati dalla saggia chierica, rientrano in città. Dalle case escono civili sorpresi. Si raccolgono i corpi dei morti, troppi. Si prestano le cure ai feriti, molti. Misha Gregorich si scaglia nuovamente contro il gruppo, colto nel momento in cui discute del modo di proteggere Cucciolo. Ma, riconoscendo il ruolo positivo del rituale da loro compiuto, li invita ad andar via quanto prima con il loro "prezioso" compagno, prima che da Něpoca arrivi il più della milizia di Thamnis, con altri rappresentanti dell'ordine, a far luce sull'accaduto. Allora le domande non potranno che essere molte, troppe e inevitabili. E le risposte forse altrettanto pericolose. C'è astio fra il gruppo e Gregorich, ma è davvero meglio defilarsi. Il potere di questo "chierico di periferia" è alquanto spropositato. Chissà che altro nasconde la sua permanenza in una città di provincia. Ma meglio che questa rimanga solo una semplice curiosità. Meglio così.
Samantha pure invita il gruppo ad allontanarsi, pur ribadendo che saranno sempre tutti benvenuti in città, una volta ricostruita. Fa per pagarli della missione assegnatagli quand'ecco che Thuban, sorprendendo tutti, esordisce con un diniego. "No, le monete d'oro al momento servono più a voi. I nostri datori di lavoro, il capo delle guardie, il chierico di Femlan e il sindaco, non sono più tra noi. E in ogni caso, meglio che i pochi soldi che vi sono rimasti restino a voi, alle vostre vedove. Almeno questo è il mio punto di vista, per la mia parte". Ma forse l'inatteso gesto di altruismo di Thuban smuove qualcosa anche negli altri, perché alla fine nessuno accetta il pagamento. Forse davvero qualcosa è cambiato in Thuban. Forse.

"Vedi ce l'abbiamo fatta" Sydex è a cavallo, accanto a Thuban. Le rovine di Bearburg sono ormai perse all'orizzonte, dietro, lontano. "Contro Thork, ma resta ancora Earlik Kan. Forse Cucciolo ci aiuterà nelle nostre notti, tenendoci al sicuro da Earlik... ma... non siamo ancora a Něpoca, e speriamo... speriamo davvero..." poi sprona il cavallo, e le ultime parole si perdono nel vento freddo di Flamesio.
La notte è sempre troppo vicina.

martedì 24 febbraio 2009

Il Rituale


L'elfo dall'aspetto curato e originale è Earlomin, grande mago degli elfi di Hork, e uno degli Antichi. Nonché colui che ha donato a Zahira, per fatti che ai suoi compagni non ha ancora voluto rivelare, la sua grande presenza fisica, rendendo permanente su di lei, l'incantesimo dell'ingrandire.
"Portatemi subito qui il vostro compagno" fa, rivolgendosi a Iacob, che ha già prontamente tamponato la ferita, prestando i primi soccorsi a Thuban, ormai fuori pericolo grazie alle magie di guarigione del chierico della Rossa Dea. Poi, Earlomin, chino sul corpo di Thuban recita una formula arcana, o forse solo convoglia la forza di Cucciolo sull'animo del mancato suicida. Chissà...
Thuban nei suoi sogni al limitare fra vita e morte sente un calore riscaldarne le fredde ossa, e il cuore malato di odio, orgoglio e rassegnazione. E' la luce di Almarus, fonte di ogni vivente che su Therazan cammini. O è un Bene più grande, emanato dal piccolo corpo deforme di Cucciolo, in una forma imperfetta, ma già così pura per un normale vivente. Thuban non si sente più solo, e vede lontana la figura di Thork, le risate di Earlik Kan, le parole subdole di Anemas, l'odio di Marika, la sua sete di vendetta... ora si sente un uomo nuovo, qualcosa, forse, è finalmente cambiato.
E' così che riapre gli occhi.
Dopo un iniziale timore, il suo orgoglio ferito lo pungola ancora, Thuban si scioglie e racconta di sé a Earlomin e ai suoi compagni. Il suo passato, il suo sangue, il perché del suicidio. La sua rassegnazione, la scoperta di allarmanti nuovi poteri, che Earlomin nega dipendenti da Thork. Forse quando tutto è stato perduto, tutte le sue false verità e le sue egoistiche certezze, Thuban ha davvero ritrovato sé stesso.
Earlomin si scusa con gli altri per averli in buona fede ingannati. Era lui infatti il "Maestro" incontrato con Cucciolo e la Strega la sera precedente. Non era quindi l'originale "fancazzista del cazzo" del pomeriggio precedente. Ma l'inganno aveva lo scopo di testare Zahira e i suoi compagni, scoprire se erano davvero in grado di accettare e sopportare gli oneri di avere con sé Cucciolo. Sarà Earlomin stesso a preoccuparsi dei girovaghi. Egli deve tornare presto verso Hork, a sud, perché qualcosa sta andando storto nell'Alleanza delle Terre Libere dello Zenepharr. Ma anche a Bearburg la situazione non è delle migliori, ammette.
"Vi ho tenuto d'occhio da quando siete qui, e solo voi con Cucciolo potrete riuscire a liberare Bearburg da Thork. Costui non è di questo nostro Mondo, né Piano. Viene da molto lontano per farsi capire. Vi era un popolo di uomini che dopo aver lottato a lungo fra sé aveva raggiunto pace e benessere. Ma col tempo questi uomini divennero soli, egoisti e arrivisti, nella ricerca del maggior benessere e piacere personale. Qualcosa di istintivo e ferino nacque da questi desideri della solitudine. Qualcosa che prese forma, dimensione propria e malvagi ascendenti. Costui era Thork. Spinse all'autodistruzione quel mondo, e da lì vagò di mondo in mondo, di universo in universo. Quindi non ha niente a che vedere con il dio Isserthac, anche perché Thork agisce solo nelle società civilizzate portandole alla violenza estrema. Non può essere sconfitto fisicamente, ma solo scacciato. Occorre un rituale, e tu Iacob" e indica il giovane chierico "dovrai ben invocare il potere della tua dea, che tutto purifica. Andrete con Cucciolo alle rovine della Fiamma Perenne, dove Thork si è manifestato, reciterete la preghiera di Iacob e vedrete che il potere di Cucciolo farà da sè. Ma sarà necessario un poco di tempo prima che gli effetti si facciano vedere, e voi, voi dovrete resistere." Sembra chiaro a tutti, semplice e rapido. E' quel resistere che stona, ma si sa... per gli eroi non può essere tutto seplice e rapido. "Sarà bene che gli abitanti di Bearburg restino vicini alla città, perché risentano degli effetti benefici. Quando avrete finito andate a Něpoca e là consegnate Cucciolo nella mani di Sergei Kovanof, capo della chiesa di Almarus" e poi, rivolgendosi a Zahira "Sono felice di constatare di aver fatto la scelta migliore a donarti la tua "forza", dovrai maturare ancora, ma sei sulla strada giusta". Zahira annuisce. Chissà quali segreti porta con sé quella strana donna, con quel fratello effemminato dallo sguardo ambiguo, pensa Thuban fra sé e sé.

Dopo aver salutato la partenza dei girovaghi, dove il rinato Thuban ha donato un anello a Stella, e l'ha incoraggiata a non arrendersi mai, promettendole di tornare a trovarla nella sua carovana in futuro, il gruppo si addentra in Bearburg. Il cielo si sta rannuvolando velocemente, plumbeo e temporalesco. In città è il caos. Gente che scappa, gente che fugge, gente che, invece, con picche, forconi e mattarelli si avventa in centro. Da quel che si ricordano c'erano i preparativi per i funerali, ma tutta quella barbarie... Thork ha lavorato parecchio nelle ultime ore. Un piccolo gruppo è guidato dalla chierica di Lyrian, Samantha. Si stanno rifugiando in periferia. "La situazione è sfuggita di mano al sindaco e a Iggins... Misha Gregorich di Thamnis con i miliziani e alcune guardie sta andando in piazza... io con questi popolani mi sto recando a un posto sicuro vicino ai cantieri, prima di fuggire via, la gente è invasata e si attacca per un nulla". Ma viene convinta dalla compagnia a rimanere nella periferia della città. "Preghi per noi, e per voi, se ci rivedremo quel che stiamo per compiere sarà stato utile" La chierica intuisce che c'è altro nelle loro parole, ma preferisce assecondarli "Che Lyrian sia con voi" e se ne va con il proprio gruppetto.
Raggiunta abbastanza facilmente la Fiamma Perenne, crollata e divelta dalle magie di Misha Gregorich, mentre si scava per liberare l'accesso al sottosuolo, Meladra viene mandata in ricognizione in piazza. Quel che racconta ha dell'orribile. Il sindaco è stato impiccato e il suo corpo penzola trafitto da numerosi pali acuminati. Le persone si attaccano fra loro, miliziani contro miliziani, popolani contro popolani. Abitanti di Bearburg marciano inneggiando all'anarchia e alla vendetta con teste recise sulla proprie picche. Fra quelle teste, anche Karl Iggins, il capo delle guardie. Ogni simbolo di autorità e potere pare essere stato sconfitto e brutalmente eliminato. Nessuna traccia del fedele chierico di Thamnis. Ma dalle nubi del temporale ormai venturo, fulmini precisi come frecce colpiscono i cittadini impazziti. Qualcuno sta controllando le nubi? Misha?
Proprio adesso alcuni individui, bramosi e feroci, iniziano ad azzannarsi, a mangiarsi ancora in vita. Thork, non c'è dubbio, ha raggiunto il massimo della propria influenza.
"Pericolo" nella mente di Sydex risuona la familiare voce di Meladra "si stanno dirigendo verso di voi". Thork si deve essere accorto del pericolo, e manda pian piano gruppi sempre più nutriti contro la compagnia.
Ma non riesce a impedire che il rituale abbia luogo. Tutti intorno a Iacob, che tiene in braccio il piccolo Cucciolo, in allerta. Un attimo. Iacob recita con tutta la sua fede a Femlan
"O Dea Ardente, che purifichi l'animo delle creature con roventi fiamme, dispiega le tue somme ali su questa cittadina e con la tua immensa saggezza provoca gli animi degli abitanti che hanno perso la retta via dell'amore fraterno e risveglia il vero dono che questo fanciullo porta dentro di sé, cosicchè con le tue scintille la fiamma della sua anima divampi di potere e insieme alla tua infinita forza esso possa aiutarci nella nostra battaglia contro questo demone e contro il male".
Un potere benefico si diffonde da Cucciolo. E' un attimo. Poi sulla soglia appaiono i primi nemici. Una decina di uomini invasati, con occhi fiammeggianti. Zahira senza esitazione ne abbatte la metà. Agli altri ci pensano Sydex e Andrej. Uno riesce a caricare Iacob e Cucciolo, ma Gerbo lo ferma prima, lasciandolo svenuto a terra. "Attenti, il potere di Thork non è sconfitto, è ancora forte, non lasciatelo entrare dentro di voi" Thuban ora vede le cose più chiaramente. Ma il richiamo all'attenzione è tardivo. Gerbo si lascia sedurre dal proprio lato egoistico, da Thork e, resosi invisibile grazie al proprio mantello, inaspettatamente si lancia su Cucciolo, trafiggendolo con le due lame. E' sorpresa mista a paura. Iacob non può vedere chi lo sta colpendo, e altri dieci uomini si sono fatti avanti. Ma questa volta non sono più "uomini invasati", hanno artigli, denti lunghi e aguzzi. Sono mutati. Ferini. Atti solo a combattere. E dotati di inaspettate forza e agilità.
Zahira ne abbatte alcuni, Arfuin vede l'invisibile e comunica il tradimento di Gerbo. Un attimo ancora e la voce possente di Gregorich si rivela "Morite tutti vili deboli, che la potenza di Thamnis vi colpisca. E tutti nello scantinato, eroi e mostri sono colpiti da un improvvisa forza magica che invece di curare li indebolisce senza preavviso alcuno. "Allora Misha Gregorich non è questo misero chierico di periferia come dava a intendere..." Thuban è infelicemente sorpreso da queste rivelazioni "Sarà ancora padrone di sé o sarà diventato l'ennesima pedina di Thork?" Un altro boato, assordante, riecheggia nel sottosuolo. Nella strada enormi sfere infuocate, come in una tempesta di fuoco, si abbattono sugli edifici e i popolani trasformati dal potere di Thork in mostri disumani. Sempre Misha Gregorich. Da temere. Ma mentre altri trasformati si affacciano sulla cantina, incontrando le catene di Zahira, la spada di Andrej e la carica di Sydex che li attera dopo un acrobatico salto, con Meladra che, trasformata in fascinosa erinni, da man forte al suo compagno, Arfuin cerca di bloccare Gerbo dominandone la mente. L'incantesimo ha effetto, e Iacob ha tutto il tempo di curare Cucciolo, che miracolosamente si è salvato. Ma adesso, mentre dai corpi dei trasformati partono spine velenose verso i membri della compagnia, la terra inizia a tremare... l'edificio sta crollando. Qualcuno ha scatenato le forze della natura, richiamate dal potere divino di Thamnis...e la terra si sta aprendo...
un attimo e sarà troppo tardi.
Resistere.
Dannazione.

Sincerità (Dalla Lucania con Amore)

Ecco il testo di una simpatica e solare canzoncina, cantata da Arisa, neo-vincitrice della sezione Nuove Proposte, e del premio della critica per la stessa sezione al 59esimo Fastival di San Remo.
Lei è lucana, pare davvero essere più che farci, e vederla timida sul palco, o in qualsiasi altra situazione (tipo a X Factor o mentre la intervistano) non so... mi ispira dolcezza e tenerezza.
Questo il testo che, pare stupido, ma non lo è affatto. Racconta una storia di amore, parlando dell'ingrediente migliore per renderla duratura, la sincerità... quando la sento mi vien sempre voglia di battere le mani al tempo della sua musica.

Arisa
Sincerità


Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica
Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità
Adesso è un rapporto davvero
Ma siamo partiti da zero
All’inizio era poca ragione
Nel vortice della passione
E fare e rifare l’amore
Per ore, per ore, per ore
Aver poche cose da dirsi
Paura ed a volte pentirsi
Ed io coi miei sbalzi d’umore
E tu con le solite storie
Lasciarsi ogni due settimane
Bugie per non farmi soffrire
Ma a volte era meglio morire
Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica
Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità
Adesso sembriamo due amici
Adesso noi siamo felici
Si litiga quello è normale
Ma poi si fa sempre l’amore
Parlando di tutto e di tutti
Facciamo duemila progetti
Tu a volte ritorni bambino
Ti stringo e ti tengo vicino
Sincerità
Scoprire tutti i lati deboli
Avere sogni come stimoli
Puntando all’eternità
Adesso tu sei mio
E ti appartengo anch’io
E mano nella mano dove andiamo si vedrà
Il sogno va da se, regina io e tu re
Di questa storia sempre a lieto fine
Sincerità
Adesso è tutto così semplice
Con te che sei l’unico complice
Di questa storia magica
Sincerità
Un elemento imprescindibile
Per una relazione stabile
Che punti all’eternità…

Dimenticavo, Arisa è il nome d'arte, lei all'anagrafe fa Rosalba Pippa!

lunedì 16 febbraio 2009

Bisanzio


Ho da poco terminata la lettura di un saggio storico, dal nome emblematico "Bisanzio".
L'autrice, una storica inglese, Judith Herrin, racconta con un linguaggio semplice ma preciso, senza lasciarsi andare eccessivamente al gusto dell'aneddoto, ma ben calibrando episodi storici a dettagliate descrizioni istituzionali, l'ascesa, lo splendore e la caduta dell'Impero Romano d'Oriente. Dalla rifondazione di Bisanzio, sul Bosforo, come Costantinopoli, la Nuova Roma di Costantino, al governo di Giustiniano, alla figura di Alessio I Comneno e di sua figlia Anna, al sacco di Costantinopoli del 1204 ad opera dei crociati latini, fino alla caduta finale in mano ai Turchi Ottomani nel 1453, e alla nascita di Istanbul, gli avvenimenti che hanno caratterizzato il Medievo Orientale europeo ci sono tutti.
Perché si parla anche della cristianizzazione degli Slavi, per i quali i bizantini crearono l'alfabeto cirillico (arrivando a prendersi la licenza di permettere l'impiego di lingue volgari nelle sacre liturgie, al fine di far comprendere meglio la parola di Dio ai popoli evangelizzati), del continuo rapporto con persiani e arabi prima e turchi poi verso oriente, con latini, normanni, veneziani e genovesi a occidente, in una società multiculturale e multietnica.
Si parla dei pregiudizi che in Occidente sono stati portati avanti verso l'Oriente, per giustificare il saccheggio e la profanazione di una delle città più importanti della cristianità, una delle pagine più tristi della storia. Si parla dell'esodo in Italia degli intellettuali ellenici dopo il 1453, che ha gettato le basi più importanti del Rinascimento.
In definitiva l'autrice espone i motivi per cui l'Europa ha avuto, fin dalla sua genesi, confini non ben definiti. Ci mostra un'Impero che è stato, per i suoi dieci secoli di vita, tutt'altro che un vecchio relitto senza innovazioni né mutamenti. E ci ricorda il suo importante ruolo di protezione dalle ondate di invasione a oriente dei nascenti stati dell'Europa medioevale.
E come Bisanzio divenne Costantinopoli per poi tramutarsi in Istanbul così le radici dell'Europa vanno ben oltre i limitanti orizzonti di una cristianità puramente romana, in un arazzo intricato, ma intimamente coeso.

domenica 15 febbraio 2009

Cucciolo

Entrati nella piccola dimora della Strega, i nostri scoprono con sorpresa che qualcuno li sta già aspettando. Oltre alla vecchia cartomante ci sono infatti il Maestro e il Cucciolo, ovvero il piccolo bambino deforme che tanto aveva scaldato il cuore di Gerbo. Thuban esordisce violentemente, vuole sapere, con maligna ironia, che altro preveda la Strega per lui, per il suo futuro. Chiede di Thork, ma la Strega è sorpresa, spaventata dall'irruente violenza di Thuban. Solo la presenza dei suoi compagni, impedisce alla rabbia repressa di Thuban di uscir fuori come un uragano.
"Se questo male, Thork o come vuole chiamarsi, ha fatto breccia nei vostri cuori, è perché voi lo avete permesso". E queste parole bruciano come marchi a fuoco sulla coscienza di Thuban. Che sa di aver fallito. Ma il suo orgoglio ancora non gli permette di mostrare le proprie debolezze.
Il Cucciolo piange davanti alla voce alta di Thuban, e il Maestro è costretto a dondolarlo dolcemente, finché non si riaddormenta in collo all'anziano.
"Avete fatto bene a rivolgervi alla Strega" afferma il Maestro, con un fare a dir poco atipico per come si era mostrato nel pomeriggio, ora saggio e concreto, quanto prima fannullone e fancazzista "C'è una possibilità per voi, e per la gente di Bearburg. Ma costerà un prezzo. Vedete questo bambino ha in sé un potere speciale. Lo trovammo alcuni anni fa, mentre percorrevamo la strade dei carovanieri nel nord del Darbahan, fra la Phorja e il Ghinteral. I predoni avevano ucciso e bruciato tutto l'accampamento dove questo piccolino viveva. Solo lui era ancora, miracolosamente, incolume. Lo accogliemmo, e fin da subito ci accorgemmo che era una faro di luce e bontà. Il Bene traboccava da lui verso tutti noi. Questo ci ha permesso di vivere meglio, e alcuni ne hanno tratto un prezioso aiuto contro tristi afflizioni personali, maledizioni, poteri incontrollati. Cucciolo, così lo chiamammo, era in grado con un sorriso di ridonare la felicità" il gruppo trasalisce a queste rivelazioni "Noi adesso siamo pronti ad affidarvelo, ne abbiamo discusso, io e la Strega. Questa carovana lo ha accudito, e finora ne ha tratto tutti i benefici possibili...ma adesso siamo pronti a sacrificarci, ad allontanarci da Cucciolo per un bene superiore. Però nell'affidarvelo dovete essere consapevoli che portandolo fuori da qui il Male se ne accorgerà, e vorrà avere il suo potere per sé, o distruggerlo. Quindi sarà come esporlo a numerosi pericoli. Vi sentite in grado di assumervi questo fardello? Sono sicuro che Cucciolo potrà purificare i cuori dei vostri compagni e con lui potrete aiutare la cittadina di Bearburg. Ma voi, siete pronti per tutto questo?" C'è esitazione fra gli astanti. La Strega è visibilmente commossa. Thuban, irritato dal piccolo, sente crescere in sé la rabbia ancor di più. "Tenetevelo, non ho intenzione di portarmi dietro quel rachitico, sarebbe un problema in più per me e per gli altri (no, che dici, potrebbe aiutarti ... o potresti consegnarlo direttamente nelle mani di Thork... ah ah AH AH) Noooo, via, non possiamo portarlo con noi!" Ma gli altri sono d'accordo con il Maestro, e sono disposti ad assumersi l'onere di Cucciolo. Solo Zahira dà un'evasiva risposta. E il Maestro la incalza "Vorrei una risposta più precisa, vorrei prima sapere il parere di ognuno di voi, e una risposta come la tua lascia troppo margine ambiguo. Sai, il Cucciolo è un bene per noi e per il mondo, vorrei stare tranquillo di affidarlo nelle mani migliori" Al ché Zahira annuncia che forse non sarà una scelta intelligente portarlo via, perché forse non sono ancora in grado di proteggerlo veramente. Lei soprattutto è pericolosa, così facilmente dominata dagli incantesimi degli avversari. Ma alla fine anche lei è d'accordo con l'affidamento di Cucciolo.

Fuori dalla carovana, un tiepido falò rischiara la gelida notte autunnale. Alla fine hanno deciso di pernottare lì, al sicuro da Thork, grazie proprio all'intercessione del potere di Cucciolo. "Ecco la spavalda sicurezza della Strega sull'incolumità dei girovaghi... ora è tutto chiaro." Thuban ha deciso di dormire fuori, davanti alle fiamme. Ha urlato e si è offeso di doversi portare dietro quell'affarino. Anemas brilla violacea con la rabbia di Thuban. Ma poi... lo sa che la sua forza di volontà è debole. Lo sa. Lo sta lentamente ammettendo a sé stesso. Quindi forse Anemas non è stata soggiogata veramente... in tutti questi anni magari è stata la spada che, piano piano, ha preso possesso della sua mente e non viceversa come credeva. Che subdola malia... che perversa illusione... oppure semplicemente la volontà di Thuban non è stata mai veramente salda come credeva. Che la rabbia, il disappunto, la solitudine, la vendetta non abbiano forgiato un uomo forte, ma un fallito...? Perso in questi pensieri decide di andare a trovare Stella. La ragazza, di una bellezza rara, gli ha destato qualcosa in sé che non capisce. Dev'essere la similitudine con la sua vita, quella maledizione degli occhi che si porta dietro, come lui quella del sangue. Così va a trovare la girovaga, che nonostante l'ora è ancora in piedi. Ma qui l'ora non conta. Parla con lei, cerca di mostrarsi gentile, per avere più informazioni, o solo più attenzioni, chissà. Stella si apre lentamente, e quando capisce che anche Thuban è afflitto da un male "incurabile" lo esorta a non arrendersi. Quanto a lei è sicura di riuscire a vivere anche senza Cucciolo, certo, sarà più difficile, ma non impossibile. Detto questo si congeda. E con il ricordo dei suoi capelli Thuban scivola nel sonno accanto al fuoco. Ma non è riuscito ancora a prendere una decisione. E una voce ritorna a lui da lontano "Thuban..."
Al mattino Thuban fa una scoperta che lo lascia definitivamente abbattutto e afflitto. Ha sviluppato capacità stregonesche, sente che dal suo sangue proviene una forza magica, un'energia mistica che gli permette di lanciare alcuni piccoli trucchetti magici, senza bisogno di studio o applicazioni sui libri. Ma il suo sangue è quello dei diavoli. E' quello del Male. Che quindi ha aumentato la propria influenza, ancora di più. Che sia merito di Thork? O del Cucciolo? Ma in ogni caso Thuban non riesce che a vederlo come un ennesimo fallimento.

Sydex ha intanto accettato di fare la conoscenza diretta con il piccolo Cucciolo. Questo atto segnerà l'inizio dell'affidamento del bambino al gruppo e, con molta probabilità, permetterà a Thork di essere consapevole del piccolo... Sydex è infatti ancora uno dei prescelti di Thork... seguendo i consigli della Strega, Sydex si avvicina a Cucciolo con un po' di pappa e latte, e riesce a entrare in sintonia con il bambino. Sente una forza dentro che lo vorrebbe spingere a prendere possesso della vita del piccolo, ma la sua forza di volontà è grande, forse quasi quanto la sua incoscienza, e riesce ad avere la meglio. Il cuore gli si apre alla gioia di Cucciolo che, sorridendogli, gli garantisce un'estasi purificatrice. Adesso è un uomo nuovo, forse, ma di sicuro non più maledetto.

Thuban entra quando Sydex esce dalla carovana della Strega. Gli altri restano un po' sorpresi, a vederlo lì, dopo tutto quello che ha detto la notte precedente... restano sul chi va là...
"Che devo fare?" esordisce Thuban "Per prima cosa lascia il tuo stocco lì, sul mobile all'ingresso, poi..." anche la Strega è dubbiosa e titubante, teme per Cucciolo. "...poi vai verso Cucciolo e prova a farlo... sorridere". Così fa. Si avvicina... ma non sa come comportarsi. In effetti non ha mai fatto ridere qualcuno, men che meno un bambino. Poi questo bambino... così importante... e lui così colpevole, di fallimenti, errori, atrocità, in un climax d'orrore e sbigottimento sempre crescenti.
E inizia a parlargli di sé, della sua vita. Cucciolo non pare capirlo. Thuban continua. Poi una voce crescente e continua si insinua nella sua mente "Prendilo, prendilo, e avrai il potere, per me, Thork e per te..." la voce continua, inesorabile. Thuban conosce già la fine. Perché si era illuso un'ultima volta di poter cambiare le carte in tavola? Anche il sangue è contro di lui. Anemas inizia a brillare violentemente, e a vibrare, fino a cadere a terra. La Strega si allerta. Anche gli altri fuori avvertono qualcosa di oscuro.
Thuban si avvicina a Cucciolo.
Le voci...
Non ha scelte...
Nemmeno una...
O forse ancora una sì...
Allunga la mano sul pugnale d'argento...
Le voci...
Lo impugna...
La Strega urla...
Le voci...
E lo rivolge contro la propria gola...

Quello che segue non lo ricorderà mai. Richiamati dalle urla della Strega e dai pianti di Cucciolo, Gerbo si lancia a fermare la mano di Thuban. Zahira divelta una parete della carovana, per poter entrare. Sydex si avventa con la sua spada, e, di piatto, colpisce Thuban, il quale, sanguinante e in fin di vita, perde coscienza di sé...
Quando portano Thuban fuori dal carrozzone, per prestargli un soccorso, consapevoli dell'estremo gesto che ha intentato, c'è qualcuno che li sta aspettando. In mezzo alle ceneri del fuoco notturno, un elfo, dai capelli raccolti in piccole trecce decorate da monili di un'altra cultura, è lì in piedi. In mano un bastone riccamente ornato, ha azzurre vesti che gli ricadono solennemente. Zahira ha un sussulto. Lo ha riconosciuto.
"Vi stavo aspettando" dice.

sabato 14 febbraio 2009

Nuove Sfide

Oggi è San Valentino.
Fra poco andrò a masterizzare una parte della campagna della Mano Rossa, liberamente ispirata al modulo di avventure edito dalla Wizard e tradotto dalla 25 edition. Dovrei trattare i capitoli 2 e 3 del suddetto modulo, con alcuni intermezzi aggiuntivi, anch'essi in gran parte rielaborati (o almeno nelle intenzioni originarie del sottoscritto, poi si vedrà).
Comunque se potrò ne parlerò, tenendo presente che le gesta degli eroi della decaduta Brigata Fortebranco sono già notevolmente e riccamente narrate nell'Oasi del Saggio, a cui rimanderò per i dettagli.
Oggi è San Valentino, quindi auguri a chi festeggia e a chi non festeggia. E' una mera festa commerciale, ma praticamente lo sono tutte le feste (o almeno lo sono diventate nell'ultimo mezzo secolo).
Alla prossima.

giovedì 12 febbraio 2009

Dalle finestre del laboratorio

Oggi giornata di sole, di freddo e di splendidi panorami.
Fra i lati positivi del laboratorio di fitochimica è che si trova al terzo piano, lato nord per cui, dalle due grandi finestre, si gode una magnifica vista del Battistero di Pisa (la Torre purtroppo no, ci sono i palazzi dell'ospedale e di chimica davanti), dei Monti Pisani (dal Serra che torreggia a destra scendendo poi verso sinistra con i monti più bassi di San Giuliano Terme) e delle Alpi Apuane, svettanti e aguzze come non mai, sulla sinistra. Nella "depressione" fra i Monti Pisani e le Apuane di solito non si vede molto per la foschia e lo smog.
Oggi però, bianchi lucenti, sono apparsi ai nostri occhi i monti dell'Appennino, per la precisione l'Abetone, innevato e brillante da parere un iceberg. Peccato che accanto alle finestre ci sia il rotavapor... sigh sigh...
Nella prima foto potete vedere l'Appennino che spunta bianco dietro i declivi terminali dei Monti Pisani, nella seconda foto si vedono, molto più vicine, le Apuane.

sabato 7 febbraio 2009

Soqquadro a Bearburg

Il tanfo nel salone è insopportabile.
"Annotate ogni particolare, ogni oggetto, ogni possibile indizio" ammonisce il chierico Misha Gregorich, della chiesa del giusto Thamnis. I miliziani, con dedizione assoluta alla causa, si affrettano a compiere gli ordini del proprio superiore. Zahira e gli altri con rapide occhiate si accertano della mancanza dei loro compagni, Sydex e Thuban. Meladra, ancora invisibile, non ha però riallacciato il contatto con il proprio padrone ed è preoccupata. "Nessuno in città deve sapere quanto accaduto, ne va dell'ordine pubblico" e, rivolgendosi al gruppo "Come potevate sapere che qualcosa stava qui accadendo?" Non sono domande a cui non si può rispondere, il tono è autoritario. Zahira monta su qualche scusa, ma non reggono molto bene. Alla fine pare vincere il buonsenso delle indagini imposte al gruppo. Meladra rientra nel salone, questa volta visibile, e in forma di avvenente fanciulla delle terre del sud, "Vorreste quindi nascondere la verità? Alterarla?" chiede con falsa ingenuità al chierico. "Voglio solo evitare scandali che la popolazione non sopporterebbe... certe verità non sono per tutti, soprattutto questa. Quanto a voi, qualcuno ha usato una magia di spostamento magico e ci sono tracce evidenti di un'arma tagliente che non pare aver lasciato traccia. Dove sono i vostri compagni... eravate in numero maggiore!" "In effetti... il nostro bardo, Acrosen, si è recato a questa festa, ma deve essere riuscito a fuggire prima della fine..." la scusa pare reggere. Iacob è indicato da Misha Gregorich come possibile successore di Ben Bashir alla guida dei fedeli di Femlan, ma egli istintivamente declina l'offerta. Meladra riavverte il contatto con Sydex, è sollevata, ma nel contempo sopraggiungono tre esplosioni, forti e improvvise, a distanza ravvicinata. Qualcosa in città è stato fatto saltare. I miliziani hanno completato le rilevazioni del caso. Misha ha un'idea... "Uscite tutti, qui purificheremo con il fuoco, e altereremo la scena perché paia anch'essa frutto di un'esplosione" "Ma così altererete la realtà dei fatti" insinua Meladra. Ma Misha Gregorich è irremovibile "No, così eviteremo il panico, e, quanto alla verità, la conserveremo nel tempio di Thamnis". E così avviene: il fuoco divampa nella Fiamma Perenne, che a disdetta del nome che porta, frana rovinando su sé stessa.

Nella loro stanza, alla Locanda del Pellegrino, Arfuin, Sydex e Thuban hanno avvertito le forti esplosioni. Dalla finestra, fra i tetti delle case, scorgono fumi d'incendi salire verso il cielo notturno. E' un attimo e sono per strada. "Mi raccomando, voi non siete mai stati lì" ribadisce Arfuin "E avvertitemi se... se qualcosa di Thork ricomparisse in voi..."

Mentre Misha Gregorich, in nome di una personalissima reinterpretazione del proprio credo, fa saltare la Fiamma Perenne, il gruppo, scoperto che uno dei luoghi presi di mira dai vandali è la casa del sindaco Bervins, si reca là, dove è già arrivato Karl Iggins, il capo delle guardie. Purtroppo un telo bianco macchiato di sangue copre il corpo senza vita di Kurt Lancaster, il biondino capo dei manigoldi. E' stato trafitto alla schiena da un fendente del sindaco. Le stalle (un piccolo edificio staccato dal complesso principale dell'abitazione, e unico stabile preso di mira) stanno ancora bruciando, qualche carcassa di cavallo sfrigola al calore delle fiamme. Al sopraggiungere del chierico di Thamnis, le domande al sindaco si fanno serrate. Kurt sarebbe venuto, invasato, con altri due compagni, e il sindaco per difendere la propria famiglia, lui, uomo non avvezzo alle armi, avrebbe dovuto difendersi, colpendo Kurt. Gli altri sarebbero quindi fuggiti nella notte, mentre le fiamme delle stalle si dimenavano caotiche. Ma palesemente qualcosa non torna. Le difese paiono più energiche e aggressive di quanto raccontato. Non torna che degli invasati fuggano al primo colpo, non torna che il sindaco per difendersi abbia ferito alle spalle, non torna che lui sia incolume, non torna che stiano bruciando, a tutti gli effetti, solo le stalle. Non solo Misha se ne accorge, ma anche Zahira e Iacob che esortano e incitano Bervins a dire la verità, ma il sindaco continua a piagnucolare che quella era l'unica risposta possibile a chi voleva distruggere la sua famiglia. Proprio mentre l'interrogatorio si anima, sopraggiungono i genitori di Kurt. La madre urla di disperazione, incolpando il sindaco di avergli brutalmente ucciso il figlio. Il padre, Jurij Lancaster, impazzito dal dolore, esaspera le sue reazioni violente, maledicendo l'assassino del proprio figliolo, e invocando per lui una morte dolorosa e brutale. E' allora che, nelle fiamme della stalla ormai in piena rovina, Meladra scorge, ma è solo un attimo, un'ombra nera, dalla testa caprina e dalle mille fauci, e sorride, riconoscendo in quella sagoma l'artefice di questi mali, di queste violente, istintive reazioni. I coniugi Lancaster vengono fatti allontanare, Meladra li segue, sperando di ottenere altre informazioni, ma viene malamente apostrofata... così decide che è meglio seguire Jurij da invisibile, e vedere dove potrebbe andare a cercar vendetta, o da chi... purtroppo senza esito alcuno.

"Il sindaco ha ucciso Kurt" Sydex riferisce immediatamente i particolari che Meladra, telepaticamente, gli ha comunicato. "Dannazione, adesso non ho alcun motivo per venire là" Thuban si blocca, e torna verso le stalle della locanda. "Voglio andare dalla Strega, lei mi aveva predetto di stare attento, questa notte. E lei aveva visto molti morti in questa cittadina... forse avrà qualcos'altro in serbo per noi, adesso" Sydex si presta per accompagnare Thuban, e Arfuin per richiamare il resto della compagnia "Ma state attenti, mi raccomando" ribadisce prima di allontanarsi nella città in subbuglio. Passerà davanti alla piazza principale, dove Samantha di Lyrian sta coordinando le guardie intente allo spegnimento degli incendi dolosi alla banca e al palazzo comunale, prima di ritrovare gli altri.

Sellati i cavalli Thuban e Sydex partono al galoppo per l'accampamento dei girovaghi e lungo il percorso incontrano il Gatto che, solitario, se ne sta tornando alla carovana dal centro di Bearburg. Schivo e riservato non rivela le intenzioni del suo sopralluogo ma accetta il passaggio di Thuban. Purtroppo quando Sydex richiama Meladra per suggere da lei un po' del suo sangue ristoratore (la fanciulla è in realtà un imp del sangue, nonché, e soprattutto, il famiglio di Sydex, anche se pare spesso più indipendente e autonoma di quanto ci si aspetterebbe da un famiglio) Thuban sente ricrescere in sé la voglia di carne e si avventa su Meladra che, esasperata, si ritrae in volo sotto forma di erinni. Il Gatto vede tutto, e scaltramente si allontana da solo. Ma ormai qualcuno sa. E Thuban si accorge, con orrore, di non essere in grado di contrallarsi.
Thork è più forte di lui.
Earlik Kan è più forte di lui.
Marika è più forte di lui.
Il sangue di suo padre, il traditore, e del suo diabolico antenato, Baalberith, è più forte di lui.
E lui che può adesso?
Solo il sopraggiungere di Zahira, Andrej, Iacob, Gerbo e Arfuin riesce a riportarlo alla realtà. Ma è per poco. Lo sa.
Dannazione...

giovedì 5 febbraio 2009

Sono Tornato in Laboratorio

Eccoci di nuovo in laboratorio d'estrazione dei composti naturali, nel grande raggruppamento dei laboratori di fitochimica. Sono tornato martedì, subito dopo l'esame (giusto mezzo giorno di riposo mentale, ma c'è stata la sessione di Luca, e quindi... grande sbavo!). Sono stato due giorni interi dietro all'HPLC, uno strumento che serve per separare i composti presenti in una miscela. Questi passano, diluiti in un apposito solvente, dentro una piccola colonna riempita di opportuno materiale. I composti vengono trattenuti differentemente dalla colonna e quindi escono a velocità (ovvero a tempi) diversi. Un "simpatico" detector ce li rivela subito prima dell'uscita, e, mentre un pennino disegna dei picchi (un picco corrisponde a un qualcosa di diverso dal solvente che se ne sta uscendo) uno schiavo (io, per fare un esempio spassionato) sta lì con delle provette a raccogliere il tutto. Detto così pare facile, ma non lo è... considerando che un "viaggio" dura dai 30 ai 60 minuti, e io, solo ieri ne ho dovuti fare 9... dopo un po' l'estraniazione dal mondo ti raggiunge... peccato anche che nella sala dell'HPLC ci sia anche il forno microonde dove la gente del laboratorio si scalda il pranzo... per cui vi lascio immaginare gli sfottò continui mentre si lavora... sigh sigh...
Oggi tutto giorno rotavapor (è inevitabile dopo un HPLC, si deve portare tutto a secco...).
Domani niente laboratorio, me ne vado alla laurea di Francesca (complimenti!).
Fortuna che Andrea mi ha regalato Crisaore, Generale dell'Oceano Indiano, così mi sono distratto a montarlo... (ovviamente stasera, non in laboratorio...), mentre io per sfogarmi dopo l'esame ho preso sia Pandora, sia il Best Of della mitica Christina (Christina chi? Ma la Aguilera ignoranti :-P! a certe cose non riesco a dire di no...eh eh eh).

lunedì 2 febbraio 2009

Superato lo Scoglio

Superato lo scoglio si riparte.
Ho dato e superato l'esame di Chimica Farmaceutica 1. Ora tocca alla 2. Ma c'è tempo prima di buttarsi nello studio. Domani riparto con il laboratorio di tesi. Tutti i giorni a Pisa dalle 9 alle 18. Fuori piove. Povia va a San Remo con la solita canzonetta omofoba. In Medio Oriente tutti continuano a infrangere tregue sempre più irreali, e in Italia il razzismo incalza. In questo clima da raccapriccio, vi saluto con la foto del totem di Hyoga del Cigno, italiamente noto come Cristal il Cigno (non ho mai capito se con la y o con la semplice i). Tornerò presto per parlavi anche delle mie recenti letture! Intanto godetevi, a chi piacciono i racconti, le storie perdute di Thuban, aggiornate all'ultima sessione di due lunedì fa. Stasera si riparte! Evvai!

L'Orrore di Bearburg

Lasciato dietro di sé il corridoio angusto e poco illuminato, Sydex e Thuban poste le maschere sui visi, entrano nella sala. E' una grande camera, con un palco in fondo a destra. C'è un'orchestrina che suona arie soffuse e d'ambiente, una cantante intona qualche lieve vocalizzo. E ovunque coppie, trii, quadrighe di persone con maschere al volto, ma discinte in ogni intimo luogo. Saranno una trentina di persone in tutto. E' veramente ciò che Thuban pensava, un festino di mercanti, signorotti e perbenisti, lo svago osé dell'elite di una cittadina anche troppo ipocrita. Quindi Kurt e gli altri avevano ragione. Lì non c'è distinzione di sorta, di gruppo, di sesso. Tutti con tutto, disinibiti, dietro le maschere al volto, che quelle sì nessuno si toglie. Ragazze giovani, prostitute ben pagate si avventano subito sui nuovi arrivati. Resistere è quasi impossibile, un fremito che sale, la passione, i sensi, gli istinti...
Thuban si arresta. Un brivido. Un preavvertimento, forse. Decide che deve restare lucido, quindi gentilmente declina le prosperose offerte. Sydex, dal canto suo, forse più a suo agio, si lascia invece andare. Passeranno una decina di minuti, e la musica si ferma. Sul palco compare un uomo vestito di rosso, con una maschera elaborata, fa da anfitrione, o qualcosa di simile. Ha un che di familiare, e comunque sembra che tutti gli portino rispetto. "E' il momento di iniziare con le cose più "sfizione" per cui... entrate!" ed ecco che da una porta sul retro fanciulle portano grandi pentole, piene di cioccolato, latte e miele fusi. Le giovani si buttano all'interno, e varie persone si avventano su di loro, leccandole, godendole, possedendole. Il piacere del gusto, del tatto, dell'olgatto, della vista, del sesso tutti riuniti, in un'estasi che pare irrefrenabile.
Thuban adesso è preoccupato. E' umiliante forse ammetterlo. Ma le parole della Strega si fanno più concrete, come i suoi presentimenti, e alcuni tasselli degli orrori di Bearburg trovano posto sull'arazzo della verità. Da come si comportano tutti, questi festini non sono una novità, e sicuramente era a questi che si riferivano certi discorsi lasciati in sospeso dalla chierica di Lyrian. L'anfitrione parrebbe proprio Ben Bashir, anche se la voce con cui parla è palesemente camuffata. Un "patrocinio" di Femlan, la dea infuocata della passione amorosa, e delle fiamme purificatrici, ci sta tutto. Ma l'ipocrisia con cui gli uomini "perbene" di Bearburg si sono gettati contro i girovaghi, hanno approfittato dei nuovi fondi in città e imposto un forzato quieto vivere, ligi a morali e etiche in privato così dileggiate, imposte però alle nuove generazioni, suscita in Thuban il disprezzo per queste stupide società umane. Sono dei deboli che si fingono forti. Deboli che non hanno la forza di mostrare quel che sono veramente. Gli sovvengono gli intrighi di Marika Chantel, e la stupidità di sua madre, che si era fatta così ben giostrare dalla strega di Rab'El-Galah spedendolo a morte sicura (secondo lei) per toglierselo di mezzo. D'altra parte se da puttana qual era voleva fare la signorina di corte, un figliolo a carico non lo si poteva mica portare appresso. La società non te lo permetterebbe... sempre lì si ricade. Se uno deve essere egoista, arrivista, passionale, primordiale, istintivo, malvagio che lo sia sempre, non solo a comando, come sfogo impellente e necessario. Ma queste magre considerazioni, mischiate nel calderone amaro dei ricordi, lasciano presto il posto alla preoccupazione. In questa cittadina, del freddo nord, gli istinti sono repressi, le voglie nascoste. Si fa presto a passare da una fiamma a un ululato nella notte... gli istinti sempre quelli sono... che un male primordiale stia cercando di rinnovarsi? Allora questo festino potrebbe prendere un andamento differente questa volta.
Un urlo di dolore risveglia Thuban, lo riporta alla realtà.
Qualcuno ha azzannato una delle prostitute al cacao. Forse è stato solo un eccesso di passionalità. Ma anche no. E' quello che Thuban temeva. Intorno all'orgia c'è un po' di calca, qualche ragazza urla spaventata. Thuban e Sydex si ritrovano affianco, insieme ad alcune prostitute, al margine delle stanza. Sono state pagate per soddisfare sessualmente gli ospiti, non per quello, ammettono tremanti. Un attimo però e subito ricadono nei loro ruoli di intrattenitrici, dimentiche di tutto parrebbe. Questo sì che è assurdo. L'anfitrione si muove nervosamente per la sala, pare, dai movimenti che fa, veramente sorpreso dell'accaduto. Un uomo grida, batte le mani contro il muro, poi con una forza disumana si suicida sbattendo violentemente la testa contro il duro muro di pietra. La cosa inorridisce i gruppetti di festaioli lì vicino, ma solo per un momento. La gente continua a fare sesso come se nulla fosse. La musica aumenta di ritmo e intensità, pare ipnotica e tribale. Thuban e Sydex si rendono conto solo adesso che l'uomo si è ucciso dove doveva esserci la porta. Sì la porta di uscita. Ora solo uno spesso muro, fresco di sangue. Anche l'anfitrione è adesso veramente preoccupato, si reca al muro, lo tocca. Niente porte. E' scomparsa anche la porta sul retro. Dall'orgia centrale si alzano delle grida, grida di dolore. La musica sale ancora. Ma senza cantante, anche lei si è buttata nelle mischia. Piano piano le persone ai margini si uniscono alla massa più grande. Le urla aumentano. Anche i musicisti si buttano al centro. Eppure i tamburi si sentono ancora nelle menti, nelle teste. E' un ritmo primordiale. Pare il battito del cuore. Del sangue che pulsa nelle vene. Sangue caldo, membra vive.
Sangue. Sangue.
Basta.
Thuban è sicuro, una forza cerca di ottenebrargli la mente. Sydex è sempre con lui, ma adesso ha estratto la spada. L'anfitrione rimane in disparte. Cerca di fare qualcosa. La situazione gli è visibilmente scappata di mano: al centro non c'è più nessuna orgia. C'è un lago di sangue che aumenta, alcuni cadono morti sotto i morsi dei più furiosi, dei più voraci. "Quanto secca aver ragione..." poi con Sydex cercano di fermare l'anfitrione. Gli tolgono la maschera, è veramente Ben Bashir. Ma è troppo tardi, anche lui si getta nella mischia. Ha perso ogni controllo, ogni raziocinio. "Da Femlan a Isserthac il passo è breve, a quanto pare".
Una fitta. Thuban sente il desiderio del sangue salire sempre di più. Il suo sangue diabolico ribolle. Sa bene che non è in grado di resistere ancora. "Sydex, c'è una forza sovrumana che cerca di spingermi... sto cedendo, è..." non fa in tempo a completare che Sydex, allertato, lo acceca con un suo incantesimo, privandolo di parte delle sue forze. "Così starai fermo, per un po', almeno vedo di salvare qualcuno" ma dal centro si alza una voce innaturale, un ghigno profondo e primordiale. Qualcosa, qualcuno si sta materializzando. Una grande creatura umanoide, con quattro fila di denti nell'immensa bocca, due paio di ricurve corna, uno sguardo ferino e bestiale, un corpo ribollente di orrore e malvagità. "Bene" riecheggia la voce del demone "Io sono Thork, e voi stata assecondando la mia volontà. Mangiate e bevete dei vostri simili, questa è la forza della mia parola!" Thuban non può vederlo, per il momento, ma Sydex sì e vi si getta contro con la propria spada, non prima di aver avvertito telepaticamente Meladra che, beh qualcosa non è andato proprio bene. "Piccola mosca, non mi indolenzire" Thork prende il colpo di Sydex nel basso ventre, ma la spada pare non averlo danneggiato. La ferita si rimargina immediatamente. Ride, una risata atavica e malvagia. "Due di voi saranno i miei prescelti, forza, chi mangerà e ucciderà di più avrà salva la vita, e sarà scelto da me, vai anche tu con loro" guardando Sydex "Non vorrai mica disubbidirmi?"
Thuban adesso riesce a vedere nuovamente, l'effetto dell'incantesimo di Sydex non era permanente. Il ritmo dei tamburi, dei cuori è troppo forte. Cerca di rimanere sé stesso. Fallisce. Si avventa sul chierico di Femlan. Vuole essere prescelto di Thork, vuole rimanere vivo. Trafigge il chierico con Anemas, mai così brillantemente viola. Avida di sangue e anime. Ne trafigge un paio con la spada. Poi non resiste. Il chierico si muove ancora, allunga le mani verso il centro della stanza, verso Thork. Thuban si getta sulla sua giugulare. Con uno scatto la mascella si chiude, Thuban mastica con gusto, il sangue è dolce, il sangue che si sparge ovunque. Ne beve, ne gode. Vittima dopo vittima. Corpo dopo corpo.

"E' successo qualcosa" avverte Meladra "ma Sydex è generico, però sono chiusi dentro, le porte sono scomparse e... qualcosa è comparso al centro della stanza" Zahira si alza, avviandosi a passi decisi verso il buttafuori che è sempre lì a piantonare la porta. "Lasciami passare" fa "E' successo qualcosa alla "festa", sono attaccati" "E te che ne sai, e che ne vuoi sapere?" risponde il buttafuori, per nulla intimorito dalla stazza gigante della guerriera. "Lo so e basta" quindi lo prende e lo sposta di peso di lato, poi prova a entrare, ma il corridoio è troppo angusto e stretto per lei. Dal decolté sgaiattola fuori Gerbo che si lancia lungo il corridoio. Il buttafuori nel frattempo cerca di riprendere il proprio posto, inutilmente. Solo quando, rassegnata, Zahira si sposta dall'apertura, riesce nel proprio intento. "Vorrei sapere..." e Gerbo se ne ritorna dall'interno "E' vero, è vero, non c'è nessuna porta" Allora anche il buttafuori getta un occhio dentro. Nessuna porta in fondo al corridoio. Lancia l'allarme.
Zahira esce fuori urlando per il centro. "Aiuto, aiuto, alla Fiamma Perenne, che tutti gli uomini vengano fuori a dare una mano" ma pare che così facendo i civili si rintanino ancor di più nelle proprie case. Arfuin e gli altri vengono richiamati dalle urla. Zahira si reca al tempio di Thamnis, trova il chierico Misha e rapidamente lo esorta a seguirla. Costui chiama alcuni miliziani, che vengono con loro.
Nel corridoio il buttafuori è lì a picconare il muro. Ne viene giù una parte, ma è spesso. Adesso arrivano anche i soldati, insieme sarà tutto più veloce. Arfuin potrebbe spostarsi all'interno con le sue magie, ma non ne ha abbastanza per tornare fuori. I secondi sembrano minuti. Il muro è un ottimo isolante. Nessun rumore dall'altra parte. La tensione cresce. Le picconate sempre più veloci.

Sydex continua a resistere alla volontà di Thork, ma sempre più difficilmente. Ormai sono in vita solo una decina di persone, lui cerca di colpirne alcune di piatto per lasciarle svenute a terra. Thuban voracemente, la bocca e il viso ripieni di sangue, pezzi di membre, cervella e budella, lo fissa "Non capisci? Due prescelti! Saremo noi! Nutriti, il sangue è così dolce" è fuori di sé, ma ha ancora tutto il suo raziocinio. Eppure non può fare a meno di comportarsi così. E' come una droga indispensabile. Ti fa sentire meglio, in pace con il mondo e con sé stessi. E' un assurdo, un ossimoro, ma pare proprio così. Thork intima nuovamente a Sydex di lasciarsi andare. Sydex tenta di nuovo di resistere. Ma non ce la fa. E dopo è solo sangue e membra calde.

"Non lo sento più, non sento più Sydex" Meladra vola inquieta per il corridoio.
Finalmente il piccone apre un pertugio. "Cos'è questo...?" Un dolciastro odore si diffonde nel corridoio. Va giù un pezzo più grande, poi un altro. Gerbo entra dentro. Poi anche gli altri. Il buttafuori resta sulla porta, dà un'occhiata, vomita, anche uno dei miliziani si sente male. La scena è raccapricciante. Un lago di sangue, dove galleggiano pezzi di corpi, membra, mani, guance, occhi divelti. Maschere impiastricciate nel sangue. Strumenti musicali abbandonati alla rinfusa. Una trentina di corpi mutilati, quasi tutti hanno le bocche ancora piene di pezzi di carne masticati, ma i volti son senza guance, mangiate da qualcun altro. E' l'orrore allo stato puro. Nessun mostro però, e nessuna traccia di Sydex e Thuban. Misha pare riconoscere qualcosa, un corpo. Lo smuove, è Ben Bashir. "A cosa hanno portato le tue..."

Thuban riapre gli occhi. L'ultima cosa che ricorda è il sangue, e la voce di Thork "Siete voi i miei prescelti". Solo lui e Sydex erano rimasti in vita nel salone degli orrori. Questo lo ricorda bene, come tutto il resto. Sente la voglia di vomitare, si trattiena. E' nella propria stanza, alla Locanda del Pellegrino. Sydex è accanto a lui. In fondo, vicino alla finestra, in piedi, Arfuin lo sta osservando, sta osservando entrambi. "Sono entrato senza dare nell'occhio e vi ho portato via invisibilizzato. E' stato un bene che fossi lì, mentre gli altri aprivano un pertugio nel muro. Altrimenti ora sareste nei guai, mi spiegate che è accaduto?" Dopo il rapido racconto, Arfuin non nasconde un moto di disgusto per i particolari, li risistema con una prestidigitazione, e aggiunge "Voi non siete mai stati lì, chiaro? Abbiamo avuto un'imbeccata e eravamo lì a sorvegliare la zona, ok? Voi non sieta mai entrati lì!" Thuban e Sydex annuiscono. Ma la paura di scoprire presto cosa significhi essere i "prescelti di Thork", di essere un pericolo per gli altri e soprattutto per i propri compagni, di perdere ogni potere su di sè, scoprendo lati nascosti che ogni uomo, giustamente, rimuove, è come un macigno sull'anima. Più di un rimorso. Thuban non ha mai avuto molti problemi a uccidere innocenti, fa parte del mestiere, e dopo che ha Anemas con sé le preoccupazioni morali si sono assottigliate sempre più. Si domanda se a incitare i giovani di Kurt e i girovaghi della Strega non abbia in realtà semplicemente seminato zizzania, spargendo il seme della violenza e del dubbio. Forse Thork non è un caso. Forse è proprio quello che è diventato, ancor prima di rendersene conto realmente. Sasha Hrad gliel'aveva detto. Di guardarsi dentro. Sarà ancora in tempo per non perdere sé stesso?
Le risate di Earlik Kan e Thork si mescolano nella sua mente. La voce della Strega. Poi l'esplosione lo riporta alla realtà. Più esplosioni. In più zone della città. "Dannazione, i ragazzetti...la sorpresa notturna..."