giovedì 30 aprile 2009

In un attimo

Gianna Nannini
Attimo

Si alza il cuore
mi toglie il sangue e il sale.

Mille e una notte in più
non faranno mai quest’attimo dove sei
mille luci sopra il blu
guardo dentro la penombra dove sei
vicini noi vicini noi, lontani…

Non te ne andare
prima che faccia male,
non te ne andare
senza la mia vita.

Mille luci e un abat jour
non vedranno mai quell’attimo dove sei
io non ci ho pensato più
ma non passa mai quell’attimo.

Non te ne andare
prima che faccia male,
non te ne andare
senza la mia vita.

In un attimo, in un attimo
io ti stringerò www.testicanzone.com
in un attimo dentro un attimo io ti perderò

Letti freddi, pugni schaffi,
muri appesi ai crocefissi

Non te ne andare
prima che faccia male,
non te ne andare
senza la mia vita.

Non te ne andare
senza godermi ancora
non te ne andare
senza la mia vita.
in un attimo, un attimo…

Senti il cuore
mischia il sangue al miele.

A Pistoia, di sera

Duomo di Pistoia, dedicato a San Zeno. Vista serale, aprile 2009...
ero di ritorno da Firenze in tremo, aspettavo Andrea. Segue foto della Sala, la piazza del mercato ortofrutticolo in centro a Pistoia e che prende il nome non da una salagiochi ma dalla sala longobarda, la struttura organizzativa dedita alla raccolta dei tributi nel regno longobardo...

martedì 28 aprile 2009

Ad Aprile è veramente dolce dormire...

Avevo citato il detto a inizio mese ma son costretto a tornarci sopra: come vedete, dalle foto,
Artù e Leo hanno trovato davvero comodi rifugi per dormicchiare un pochino... che sia proprio l'influenza di Aprile?

sabato 25 aprile 2009

Firenze come non mai

L'avete riconosciuta?
E' Piazza della Signoria a Firenze alle 8 di mattina del 25 aprile... non c'era un'anima... bellissima e intrigante. A dir la verità qualcuno a giro c'era... ma era già in coda per gli Uffizi (che comunque, io e Andrea, siamo riusciti a visitare abbastanza celermente!).
Dopo, negli Uffizi, da sopra la Loggia, altra vista del Palazzo Vecchio... che mattinata ragazzi!

domenica 19 aprile 2009

E fioriscono i lillà...

Passano lentamente i giorni, poi ti volti e un mese è già a metà...
e fioriscono i lillà...

martedì 14 aprile 2009

Orrende Scoperte

Riunito davanti alle ossa inanimate della naga, il nostro gruppo decide di muoversi verso l'unico corridoio che, partendo dalla grande sala, era rimasto non esplorato. E' bene fare in fretta, la vita di Cucciolo potrebbe già essere stata spezzata. L'esplorazione procede fino a un trivio, il percorso centrale porta a una sala allagata d'acqua putrida e infetta, il corridoio di sinistra dà su una sala semicrollata piena di bauli contenenti vecchi abiti logori, e l'unica strada percorribile diviene così il corridoio di destra. Andrej riesce a orientarsi e afferma che il corridoio dovrebbe portare verso il castello. Così la scelta è obbligata. Thuban precede gli altri cercando trappole, e per due volte riesce a evitare brutte sorprese al gruppo, disinnescando una trappola a pressione, e un'altra a frecce di balestre. Mentre il percorso continua, sempre illuminato da una luce magica, nel buio più totale, i nostri giungono in una grande cavità naturale, nella quale però, a distanze più o meno regolari, sono stati scavati dei cunicoli d'areazione, da cui proviene una fredda corrente. Sydex manda Meladra a indagare, sotto il suo aspetto originario di imp, in una di queste aperture, per scoprire dove possano condurre. Il risultato è stupefacente. Incurvandosi verso l'alto, per poi ricadere verso il basso, a mo' di zampa di ragno, il cunicolo è, nonostante la fresca corrente d'aria, tappato. Una melma nera e bollente ne blocca, dopo parecchi metri, l'agibilità. Com'è possibile che l'aria allora circoli attraverso? Ma Meladra non ha tempo di rispondere, perché questa melma inizia a terrorizzarla. Torna da Sydex allarmata e, senza un motivo, spaventata, davanti gli occhi basiti di tutti. Ed ecco che Iacob e Zahira avvertono il puzzo dei cadaveri in putrefazione. Sydex afferma che, semmai, la puzza è di latte rancido, poi osservando il chierico nota la sua mano destra necrotica e violacea. "Sarà forse quella" indica. Ma Iacob nega, mentre sente dietro di sè il rumore di passi strascicati "Non è tempo di indugiare, sono qui, attorno a noi" e volgendosi, nota, al limitare dell'area rischiarata un gruppo di zombie in avvicinamento. Alza in alto il proprio simbolo "Per Femlan, io vi scaccio immondi". Ma Andrej e Thuban vedono invece degli ogri, proprio in mezzo a loro. Thuban scappa lontano, conscio di poter vedere anche al buio. Anche Sydex inizia a correre via. Andrej attacca spavaldo l'ogre, ma Arfuin lo blocca con un incantesimo...e questo perché l'ogre che ha attaccato è in realtà Zahira. Uno dopo l'altro i membri del gruppo stanno subendo delle allucinazioni, eppure nessun incantesimo è in atto. Fulminato da una intuizione, Arfuin evoca un cane, animale in grado di avvertire anche i suoni più bassi, e questi, appena richiamato inizia a guaire, fino alla pazzia e alla conseguente morte. Dai cunicoli, l'aria che arriva, porta con sé vibrazioni che inducono stati di pazzia nelle menti degli astanti... Arfuin riesce a colarsi della cera nelle proprie cavità auricolari, salvandosi dalle allucinazioni, e così procede con Zahira e l'immobilizzato Andrej e Gerbo. Poi convince Iacob, ancora intento a combattere contro immaginari non morti, e ritrova infine sia Thuban sia Sydex, rantolanti per terra in preda a terribili visioni. Superato lo scoglio, il gruppo si muove uscendo dalla grande caverna, consapevole che solo l'unione in questo periglioso frangente li ha potuti salvare da una miserabile morte. Una porta segna il confine dell'ultima parete. All'interno una stretta scala a chiocciola in muratura sale verso l'alto. Andrej è abbastanza sicuro che la caverna dei suoni maledetti sia esattamente sotto il castello, e che, quindi, la scala porti alle segrete del maniero. Lentamente il gruppo inizia a salire, Thuban, Meladra e Gerbo davanti, poi gli altri, e infine Zahira, la cui stazza la rallenta non poco, e impedisce, purtroppo, ogni possibile rapida fuga...
La salita è interminabile. Al termine, vi è uno spiazzo di circa un metro e mezzo, che a sinistra dà su un piccolo corridoio, al termine del quale è una porta chiusa, da cui filtra una flebile luce. Davanti allo spiazzo invece c'è l'ultima quindicina di scalini che termina su un'altra porta chiusa, anch'essa illuminata. Thuban e Meladra si approssimano alla prima porta, quella al livello dello spiazzo, si ingegnano a cercar tranelli o a sentire la presenza di qualcuno al di là ma il risultato è negativo. La porta è chiusa a chiave, e dal buco della serratura si intravede solo un brillante riflesso argenteo, indefinibile però la sua provenienza. Thuban analizza quindi anche l'altra porta, trovandola chiusa, ma non a chiave. Ma non ha il tempo di tornare che questa si spalanca e un globo di fiammante energia lo colpisce in pieno.
La forza della palla di fuoco si espande per molti metri lungo la scala a chiocciala, colpendo anche gli altri. Subito dopo una pioggia di frecce colpisce i nostri. Dietro la porta aperta è una stanza, con almeno sei orchi armati di archi. Thuban scappa riparandosi nel corridoio sottostante, mentre Sydex si avventa sui nemici e segnala la presenza di un incantatore invisibile, che è riuscito a osservare grazie alla sua vista magica, dalle sembianze di un orco. Un fulmine magico e letale scaturisce delle dita invisibili dell'arcano orco. Il combattimento è serrato, Zahira riesce a dare il cambio al ferito Sydex con difficoltà, muovendosi lentamente, impossibilitata ad avere un completo controllo sulle proprie catene, in quegli angusti spazi. Andrej e Gerbo combattono valorosamente, Iacob cura le ferite, e permette ai nostri di alternarsi sul campo di battaglia. Sydex più fiero torna impugnando Sventura. Thuban, in questi momenti disperati, cercando una possibile via di fuga, scassina l'altra porta, e aprendola scopre una sala delle torture, con un corpo morto in un angolo, orribilmente mutilato, e uno strano specchio luminescente. Strano perché la sua superficie è porosa, quasi liquida, in movimento. Temendo il peggio Thuban richiude la porta dietro di sè.
Sopra i suoi compagni hanno avuto la meglio, e Sydex rincorre il mago che sgaiottola via in una piccola botola. Giunto nella stanza sottostante Sydex ha l'amara delusione di scoprire che l'incantantore è fuggito con un viaggio magico, una porta dimensionale. Ma non può essere molto lontano.
Thuban, deluso, sente uno strano rumore provenire dalla stanza dello specchio, e riaprendo la porta vede che la superficie dell'oggetto è in movimento, come se qualcosa vi fosse passato attraverso pochi istanti prima...
Guariti i feriti, e depredati i nemici vinti, il gruppo si raduna nella stanza dello specchio. Il corpo appartiene a Samantha, la chierica di Lyrian di Bearburg, orrendamente seviziata e uccisa da non più di una giornata. "Per pura malvagità e crudeltà, giacché incantatori provetti come questi non avrebbero certamente necessitato di un mortale per scoprire la presenza di Cucciolo o i nostri spostamenti" E questo ritrovamento dissipa ogni residuo dubbio sul sogno di Andrej. Al centro della stanza c'è un bancone da operazioni mediche, ricoperto di tracce di sangue. Allo specchio sono collegati dei cavi con delle estremità appuntite, insanguinate anch'esse. Una forte aura di magia, della scuola di magia che permette gli spostamente fra i luoghi, fra i mondi e fra i piani, permea la stanza ma sopratutto lo specchio e gli aghi. "Hanno usato Cucciolo per attivare questo specchio, che, a tutti gli effetti, è un portale. Credo sia un portale assai particolare, in grado di spostare nello spazio e, "Arfuin indugia "pure nel tempo. Ma non resterà aperto per sempre, suppongo per non più di altre 30 ore. Cucciolo è stato portato di là." e questo è ben comprensibile a tutti, essendo le macchie di sangue continue fra il bancone e il portale. Thuban e Iacob si occupano di ricomporre, per il possibile, il corpo della chierica sfortunata. "In fin dei conti ha resistito fino all'ultimo alle torture" ammette Andrej "e a Bearburg ci ha aiutato"
"Ne vendicheremo l'orrenda fine e riporteremo Cucciolo con noi"
Ma ora solo il portale vibra davanti ai loro occhi.
Cosa nasconderà?

Fra San Galgano e San Gimignano

Oggi ho preso in mano il blocco di appunti di Farmaceutica 2...e mi sono spaventato. E' veramente tanta roba da studiare. Ma tant'è...la gente si laurea, ergo l'esame è superabile.
Tornando a pensieri più lievi, e più lieti, ieri gita di Pasquetta. Con Serena e Andrea siamo stati a San Galgano, dove abbiamo visitato i resti dell'omonima abbazia cistercense, e l'Eremo di Monte Siepi, con la famosa spada nella roccia, lasciata lì da Galgano al momento della conversione da spavaldo guerriero a santo illuminato. Poi, dopo un paio di schiacciatine al capocollo, s'è presa la direzione di San Gimignano dove siamo stati raggiunti da Luca e gli altri. Là abbiamo girato per le vie del centro, fra le alte torri, i glicini e i lillà in fiore ovunque, siamo entrati nella Collegiata, ammirandone gli affreschi, raggiunti punti panoramici per godere di viste mozzafiato. Insomma, una bella giornata. Speriamo di replicare presto!
Ah...domani rientro in laboratorio, mentre il tempo libero viene sempre più preso da ripetizioni su ripetizioni... ahimé...

domenica 12 aprile 2009

Il ragazzo non fa niente

E' un po' che con Andrea cantiamo insieme questa simpatica e frivola canzonetta... nel giorno di Pasqua voglio proporvi il testo, tanto per farci due risate assieme.

Alesha Dixon

The boy does nothing

I got a man with two left feet
And when he dances down to the beat
I really think that he should know
That his rhythms go go go

I got a man with two left feet
And when he dances down to the beat
I really think that he should know
That his rhythms go go go

CHORUS
Does he wash up? Never wash up
Does he clean up? No, he never cleans up
Does he brush up? Never brushed up
He does nothing the boy does nothing
(Repeat chorus)

Hey boy how you been?
I got a thousand lines
Where do I begin?
And I, I been here, been there
Traveling
I saw you at the corner
My vibe kicked in

And
Two fields
I clock you
Wearing tight jeans
A real nice suit
He was smiling like you
Was just seventeen
I asked him for a dance
He said ‘yes please’

Take a sip of dancing juice
Everybody’s onto you
Through the left and to the right
Everybody hit the rhythm
It’s on tonight
I’m gonna feel the heat within my soul
I need a man to take control
Let the melody blow you all away

CHORUS
Does he wash up? Never wash up
Does he clean up? No, he never cleans up
Does he brush up? Never brushed up
He does nothing the boy does nothing
(Repeat chorus)

Work it out now
Work it, Work it out now

Do the mambo
Shake it all around now

Everybody on the floor
Let me see you clap your hands

I wanna see you work
I wanna see you move your body in turn
I wanna see you shake your hips and learn

I wanna see you work it, work it, work it out now

I wanna see you work
I wanna see you move your body in turn
I wanna see you shake your hips and learn

I wanna see you work it, work it, work it out now

CHORUS
Does he wash up? Never wash up
Does he clean up? No, he never cleans up
Does he brush up? Never brushed up
He does nothing the boy does nothing
(Repeat chorus)

And if the man can’t dance, he gets no second chance

venerdì 10 aprile 2009

Divisi

Sydex si risveglia in una stanza sotterranea, al buio più completo. Intorno a lui avverte Meladra, la sua imp, e il piccolo Gerbo, ferito. Degli altri nessuna traccia. La stanza, che è illuminata dalla flebile luce magica lanciata sul proprio Jovar, Sventura, è separata dal corridoio da un muro di forza. Passano i minuti. Non arriva nessun altro, e la magia del muro si estingue. Il passaggio adesso è libero. Ma Sydex non si fida ancora, "Possibile che ci abbiano tutti lasciati armati, e che nessuno venga a occuparsi di noi" ma così pare e, curato l'halfling, il gruppo si avventura nel corridoio. Meladra non ha bisogno della luce di Sydex, ma Gerbo sì, per potersi muovere nel sottosuolo, di corridoio in corridoio, scendendo sempre più. Non ci sono strade che risalgono, tutto è deserto, coperto di muffa e d'umidità. Varie trappole si parano davanti lungo la strada, ma anche i loro ingranaggi sono antichi, seppur sempre letali. Corridoi sempre uguali a sè stessi. L'unico elemento notevole è un bassorilievo consunto, rappresentante un'aquila ad ali spiegate portante fra le zampe uno scettro d'oro. E' lo stemma dei Willemstein, il che certifica che i sotterranei in cui sono stati abbandonati sono quelli del castello di Von Josefun. Ma Gerbo si ricorda anche di aver sentito di un tale Totemkopf, detto Testa di Teschio, un mercenario arcano, potente incantatore, che, secondo le sue fonti, sarebbe stato avvistato in quella stessa regione. Costui preferisce lavorare in solitaria, con alleati solo bestie magiche domate e ammaestrate, e dall'indole tale da impedirgli di spargere sangue inutilmente. "Non che sia buono, per carità," afferma Gerbo "ma preferisce occuparsi esclusivamente di chi gli è stato pagato di fare, lasciando in condizioni di non nuocere tutti gli altri, che, se poi volessero una rivincita, sarebbero i benvenuti". Camminando, i nostri arrivarono al limitare di un'ampia sala, una cavità sotterranea scavata imitandone una naturale. Meladra e Gerbo avvertono dei rumori, sassi che rotolano. Forse è bene restare allertati. Sydex però si lancia con la luminosa Sventura avanti, fin dentro la sala. E in un attimo dall'alto una denutrita chimera si lancia sul guerriero, ferendolo con una rapida zampata. Ha tre teste di drago, questa strana chimera, una testa di drago nero, una di drago bianco e una blu. Meladra, per aiutare Sydex la attacca, per distrarla, mentre Sydex la maledice con la propria jella, lancia un malefico incantesimo per aumentare le proprie capacità e, infine, ricopre l'area della chimera di una fine magica polvere sbrilluccicante, in grado di accecare la creatura, che però resiste. Dalla sua testa bianca parte un letale soffio di fredde energie, che Sydex riesce però a evitare. Anche Gerbo si getta nella mischia, dando un aiuto a Meladra che, agile, attacca e si ritira per evitare gli artigli del mostro. Sydex riprova nuovamente con la polvere luccicante, riuscendo questa volta ad accecare la chimera che, impazzita, riesce comunque a colpire il piccolo halfling. Meladra rientra all'attacco, ma è Sydex con un'ultima carica ad avere la meglio sulla creatura draconica, che, colpita mortalmente da Sventura, si accascia a terra senza più muoversi. Il tempo della vittoria però è breve. Meladra sente dei fruscii, nuovamente, provenire dalla parte opposta della sala. I nostri vanno cautamente in ritirata, tornando indietro nei corridoi per curarsi le ferite. "Chiunque sia, aspetterà..."

Fuori, ripresisi dallo shock del rapimento di Cucciolo, Thuban, Zahira, Andrej e gli altri si avventurano verso il castello dei Willemstein, passando dal boschetto che circonda l'antica magione. Il mago che si era spacciato per Arfuin era volato verso il castello prima di rendersi nascosto alla vista naturale...per cui quella è l'unica direzione da poter prendere. Lo smacco della sconfitta e la paura per Cucciolo e gli altri loro compagni muovono i cuori dei nostri. Non c'è tempo da perdere. Nel bosco, Thuban nota quelle che paiono essere le rovine di una vecchia struttura in muratura. Ci sono colonne che affiorano dal sottobosco, e fra la neve fresca un medaglione di pietra corrosa della casata dei Willemstein, e i resti di un pavimento in pietra. Spostando alcune rocce Thuban scopre anche un'apertura che scende nel sottosuolo. "Possiamo provare a passare di qua, mal che vada non si aspetteranno che entriamo da sotto" "Nei sei sicuro?" gli chiede la guerriera. "Beh di certo saremo meno scoperti che presentandoci dalla porta di entrata" e annuendo tutti decidono di discendere. Le scale continuano per una trentina di metri, poi una serie di lunghi corridoi si muovono nella direzione del castello, scendendo sempre più in profondità. Thuban va avanti, cercando trappole o nicchie nascoste. Dietro Zahira con una torcia illuminata dalla magia e gli altri. In una nicchia Thuban rinviene un pugnale d'oro. "Forse era la via di fuga nel caso di un assalto al castello, e noi la stiamo percorrendo all'incontrario" sussurra ai compagni. Dopo un tempo interminabile arrivano a una grande cavità, buia e non illuminata. Thuban, che grazie al suo allenamento nella Gilda è in grado di poter distinguere le figure anche nel buio più assoluto nota un serpente scheletrico dietro alcune stalattiti in un angolo della sala. Zahira lo sente muoversi, ma è un attimo, e la magia mentale della creatura non morta le impone di attaccare i propri compagni, iniziando da Andrej che le è più vicino. Thuban esorta la naga d'ossa, che di questo si tratta, a uscire allo scoperto, ma le catene di Zahira, non più amiche, lo spingono a correre il più lontano possibile lungo i corridoi, insieme a Andrej. Dietro la naga e Zahira invasata. Ogni preucazione è al momento inutile...

Meladra dopo aver curato Sydex, torna in esplorazione. Una figura incappucciate attende nella sala dove la chimera li ha attaccati. Sydex esorta Totemkopf a rivelarsi. Ma quest'ultimo non c'è, perché davanti a loro, uscendo dalla penombra appare Arfuin. "Sono stato rapito dai ragni, mentre ragionavamo sul modo per scappare con Cucciolo" esordisce il giovane mago dai neri capelli "mi hanno poi lasciato qua dietro, lasciandomi pure il libro degli incantesimi...non si sono preoccupati di disarmarmi quindi, e la cosa mi torna molto strana. Non so cosa sia successo agli altri". Ed ecco che una serie di rumorosi sferragliamenti spezza il silenzio del sottosuolo. Provengono da un altro corridoio che affaccia sulla grotta della chimera. Tutti e quattro, riuniti, decidono di andare incontro al pericolo, armati e pronti all'azione.

Andrej e Thuban stanno correndo, scappando alle catene di Zahira, la quale pare non stancarsi mai...

"Eccoli arrivano... vengono incontro a noi" Meladra è sorpresa "ma...sono gli altri... direi che Zahira sia stata dominata per l'ennesima volta e il responsabile parrebbe..." ma non ha tempo di finire, perché Sydex carica la naga saltando energicamente Zahira, la quale però si gira e inizia a picchiare il suo compagno, ferendolo gravemente. Adesso la naga lo colpisce con il proprio pungiglione, e Sydex sviene per le troppe ferite riportate. Andrej si volta e la colpisce con il proprio spadone. Arfuin lancia una protezione dal male a Zahira, che, ripresasi, colpisce la naga. Il non morto lancia sulla guerriera la sua magia più potente, in grado di ridurre in polvere l'avversario, e Zahira fortunatamente resiste. La naga è ferita, adesso, ma è solo l'intervento finale della balestra di Gerbo ad avere la meglio sull'immonda creatura, dandole il colpo finale...
E adesso?

giovedì 9 aprile 2009

Uova e Coniglietti

Fra pochi giorni sarà Pasqua.
Io nell'attesa della scampagnata del giorno di Pasquetta me la godo restandomene a casa. Il laboratorio è, fortunamente, chiuso per "ferie". Giornate trascorse all'insegna di Magic, discussioni sul D&D, ricerche di regali e uova da donare. Insomma, giornate tranquillissime, di quelle che so, un giorno, mi mancheranno. Sì, perché se ora la voglia di finire l'università, e di iniziare a lavorare (o almeno, a provarci) è alta poi so che certi momenti mi mancheranno.
Ah, umana insoddisfazione.
Intanto, buona Pasqua a tutti.

lunedì 6 aprile 2009

Abruzzo, 6 aprile 2009

Penso alla vita, alla società, al mondo.
Uno pensa di conoscere tutto, o quasi. Perché è quel quasi che ti frega. Uno vive morigerato, e poi scopre di avere un male incurabile. Uno vive nel rispetto del prossimo, e viene accoltellato. Uno si fa letteralmente i cazzi suoi, e viene investito. O la macchina si rompe da sé, o il colpo di sonno di qualcun altro, o l'imprevisto, all'improvviso. E inizia la lunga diatriba delle responsabilità. Perché se ti è venuto un tumore al polmone, vedrai è colpa della multinazionale del tabacco e di quelli che ti fumano intorno. Perché se vieni accoltellato è colpa dell'indulto che ha rimesso in libertà i delinquenti. Perché se vieni investito è colpa dei disgraziati che si mettono alla guida ubriachi, o strafatti, o tutte e due. Se la macchina si rompe, forse è colpa tua, o del meccanico dell'ultima revisione, o della Fiat che la macchina l'ha prodotta. Se un altro ha un colpo di sonno, beh, è palesemente colpa sua. Finora sono stato ironico, e me ne dispiace. Perché spesso la colpa in frangenti drammatici è difficile da attribuire. "La colpa morì fanciulla" dicevano i vecchi saggi. Dare la colpa serve per razionalizzare gli eventi, dare un senso, seppur tragico, agli eventi stessi. Incolpare è rassicurante. Significa che la giustizia su questa terra esiste davvero, o almeno, serve per crederlo.
Ma davanti alla Natura ogni senso di razionalizzazione sparisce. Perché la Natura, che sia Caos, che sia Caso, che sia Elemento, è irrazionale per definizione. Ha un suo senso, che è troppo assurdo per noi piccoli uomini, noi che troppo sovente ci arroghiamo il diritto di dare un senso alla vita, al mondo, alla Natura. L'illusione si svela, e Lei ci ricorda chi siamo veramente, ospiti di passaggio su un amalgama instabile di variabili e elementi, e allora provare anche solo a darLe la colpa non è più rassicurante. E' inutile. Perché non c'è giustizia umana nelle catastrofi della Natura. C'è solo rassegnazione, dolore e nulla più.

sabato 4 aprile 2009

Aprile, dolce dormire

Questo proverbio l'ho sentito da bambino, anche se non l'ho mai capito, forse per il tepore da inizio primavera, chissà...
Comunque aprile è iniziato, con l'ora legale, e le giornate si sono allungate in un batter d'occhio, mentre il vento continua a portar via le nubi cariche di piogge, che incessanti sono cadute su di noi, da novembre a questa parte.
Ieri sera, cena di classe del liceo al Senza Tempo a Fornacette... 8 anni dopo la maturità! E nonostante fossimo 13 a tavola s'è svolto tutto per il meglio. E' stata anche un'occasione per tirare somme, ritrovare amici e compagni. Capire meglio situazioni passate. Ascoltare i problemi di oggi. Ridere semplicemente. Bere. Fare foto. Fumare. Un po' come ai tempi del liceo, quando con gli occhi adolescenti tutto sembrava possibile, si passava una settimana ad aspettare la festa del sabato, la domenica in vasca sul corso. Si giocava a obbligo o verità, o si facevano scommesse.
Alle volte penso che siamo ancora tutti là, chi oggi è rimasto qui, ancorato alla provincia, chi è convinto di essere arrivato, di essere un altro, chi è partito per il mondo, che sia l'Italia, l'Europa o l'America, chi non c'è più e solo oggi stimo, pur continuando a non comprenderlo, e chi porta avanti i suoi sogni, dimentico di tutto.
Potrei continuare ancora, cullato dai ricordi. Ma avrebbe un senso tutto questo?
Forse è davvero solo il vento di aprile. O forse è proprio vero, che è dolce il dormire.